Stupro a Catania, la giudice punta il dito contro i social: «La nazionalità non c'entra, tra i giovani rabbia e disagio»

Domenica 4 Febbraio 2024, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 11:50
«Stupro di Catania come a Palermo, colpa dei social: la nazionalità non c'entra, tra i giovani c'è rabbia e disagio»
di Redazione web
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Lo stupro di gruppo di Catania emerso ieri ai danni di una ragazzina di 13 anni, violentata sotto gli occhi del fidanzato aggredito e tenuto fermo, ha sconvolto l'Italia. E in un'intervista al Giornale di Sicilia parla il procuratore capo presso il Tribunale dei Minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, che senza mezzi termini punta il dito su quello che sarebbe uno dei responsabili della deriva morale degli ultimi anni, considerando anche il precedente di Palermo, ovvero i social network.

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