La famiglia queer
Michela Murgia racconta di come ha iniziato a lottare per il riconoscimento della famiglia queer, dopo una serie di disavventure - anche di viaggio - con i figli, che non risultavano dai documenti essere suoi parenti, e che le hanno fatto sentire l'ingiustizia di vivere un rapporto non riconosciuto.
Murgia spiega: «Credo che essere madre, scegliermi dei figli che mi hanno scelta – e che poi sono diventati fratelli, mentori, allievi, complici, in certi casi addirittura paterni nei miei confronti, destabilizzando persino la mia idea iniziale di filiazione d’anima – mi abbia fatto capire alcune cose».
Aggiunge di avere tentato nell'ultimo mese di vita di spiegare a chiunque il termine «queer», che non solo è difficilmente traducibile in italiano, ma destava curiosità perché lei stessa non era percepita queer, avendo un matrimonio etero alle spalle e non essendosi mai dichiarata omosessuale.