Nata in Italia e rapita dal padre a 7 anni, Sarah torna col barcone per riabbraciare la mamma e i fratelli. Ma ora rischia l'espatrio

Sabato 17 Febbraio 2024, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 12:52

Il ritorno sul gommone

La giovane era tornata nell'isola, su un barcone approdato a Pantelleria, per raggiungere la madre che era rimasta a Catania. A presiedere l'udienza della prima sezione civile del Tribunale sarà il giudice Rosario Maria Cupri. «La giovane Sarah - spiega il penalista nelle note - è stata costretta a raggiungere Catania, la mamma e i fratellini, con un gommone, dopo un viaggio di quattordici ore, per colpa della burocrazia del nostro Paese. Adesso è finalmente tornata a casa propria, con la sua mamma e i suoi fratelli: né politica né diritto possono permettersi di dire che Sarah non sia in casa propria».

Con una memoria dell’avvocatura dello Stato, la Questura di Trapani e il ministero dell’Interno definiscono «farneticanti elucubrazioni» le tesi a sostegno della ragazza formulate dal suo avvocato. Lipera contesta questo passaggio: «È bene, però, subito fugare ogni dubbio in relazione alle farneticanti elucubrazioni - dal valore più politico che giuridico - sulla cittadinanza della ragazza». Per il legale la frase è «assolutamente offensiva e ingiuriosa oltre che errata, inappropriata per un atto difensivo e del tutto superflua» e ne chiede «l'immediata cancellazione dagli atti di causa», riservandosi di «ricorrere alle autorità competenti al riguardo».

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