La chirurgia della mano tetraplegica tradizionale, che utilizzava trasferimenti di tendini, era impiegata già da diversi anni ma consentiva solamente un parziale recupero della funzione motoria, mentre questa tecnica innovativa permette di re-innervare interi distretti muscolari non recuperabili con la chirurgia classica, spiegano dal Cto. Nel caso specifico, il paziente - un ex-pasticcere di 52 anni - in seguito a un incidente automobilistico, aveva riportato una lesione midollare completa a livello cervicale.
Il paziente si trovava alla guida della propria auto una sera, di ritorno dal lavoro, durante un brutto temporale circa sei mesi fa, quando ha perso il controllo della vettura uscendo di strada. Il trauma ha provocato, oltre al deficit completo degli arti inferiori, l'impossibilità di apertura e chiusura delle dita bilateralmente: l'uomo non poteva più afferrare gli oggetti.
L'intervento è stato eseguito circa sei mesi dopo il trauma, sugli arti superiori, da un team composto da Bruno Battiston, Diego Garbossa, Paolo Titolo e Andrea Lavorato. La procedura è durata circa 3 ore e mezza per arto, durante la quale sono stati collegati nervi ancora funzionanti a nervi deficitari nel tentativo di reinnervare la muscolatura delle mani. Non si sono presentate complicanze, assicurano dal Cto.
ll recupero della funzione motoria richiederà «molti mesi», e sarà facilitata dai moderni trattamenti fisioterapici atti a preservare e favorire la motilità dei distretti interessati.
La nuova chirurgia, che sfrutta il trasferimento di nervi, è una recentissima metodica eseguita in pochi Centri al mondo. Si tratta di una tecnica che permette un maggiore e più fisiologico recupero della funzione motoria e sensitiva degli arti. La successiva riabilitazione prevede l'adozione di trattamenti specifici possibili solo in Centri di riferimento, concludono dalla Città della Salute.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Giugno 2019, 15:18
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