Crollo a Firenze, «Luigi non doveva essere lì: lo hanno chiamato per la gettata del cemento». La disperazione della famiglia

Gli ultimi messaggi della sorella e il retroscena raccontato dal fratello

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di Redazione web

«Luigi venerdì non doveva neanche essere lì sul cantiere. È stato chiamato per la gettata del cemento». A raccontarlo è suo fratello Marco. «L’ho saputo da mia cugina – prosegue - Purtroppo tra me e mio fratello dal 2018 non c’erano più buoni rapporti, non ci parlavamo, ma sono stato subito avvisato. Sono a pezzi e non ho parole».
L'operaio Luigi Coclite è morto durante il tragico incidente avvenuto al cantiere di via Mariti, Firenze, dove era in costruzione un supermercato dell'Esselunga. Al momento il fratello non è ancora partito per la Toscana «perché – spiega al Messaggero – non è possibile vedere la salma».

Chi era Luigi Coclite

Luigi Coclite, nato a Teramo nel 1964 e residente a Vicarello, frazione di Collesalvetti (Livorno). Coclite era originario di Montorio al Vomano, paese in Abruzzo che aveva lasciato da oltre 30 anni e in cui sono rimasti la madre e un fratello. Luigi si era sposato 25 anni fa ma si era poi separato dalla moglie Simona, con cui ha due figli di 18 e 22 anni, Lucrezia e Alessio, che vivono a Vicarello con la mamma.

Grande tifoso dell'Inter e fan di Mario Biondi, aveva ereditato la passione calcistica dal papà. La figlia Lucrezia è appassionata di danza, il figlio Alessio invece gioca a calcio nel Collevica.

Lo scambio di messaggi con la sorella

«Mi manchi come l’aria». In una storia postata su Facebook queste parole sono state scritte da Simona, la sorella di Luigi Coclite, l‘operaio originario di Montorio, il primo ad essere stato estratto ormai senza vita dopo il crollo nel cantiere Esselunga di Firenze. Una foto con loro due sorridenti da cui, però, emerge tutto il dolore del momento: «Mi dici adesso con chi riderò? Chi mi darà quel tuo grande abbraccio? Tu sei il mio grande e unico fratello».

Dopodiché compare anche il loro ultimo messaggio scambiato su whatsapp, probabilmente la mattina precedente il tragico incidente, in cui, in dialetto montoriese. Il Messaggero scrive che Luigi le aveva inviato una sua foto in moto, dicendole che sarebbe andato a prenderla. Uno scherzo perché doveva andare a lavorare, con lei che risponde con l’emoticon in lacrime che oggi ha un sapore ancora più amaro.


Ultimo aggiornamento: Domenica 18 Febbraio 2024, 12:12
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