Come riporta il Corriere della Sera, il 42enne Cipriano, che non ha risposto alle domande del gip, avrebbe ripetuto sempre lo stesso schema: ammaliare le giovanissime allieve con complimenti e dichiarazioni d'amore, per poi costringerle a fare sesso, anche di gruppo, nei locali della palestra. Non solo: alcune ragazze, nel corso degli anni, sarebbero state costrette a partecipare a videochat hard su alcuni social di incontri. Dalle chat virtuali agli incontri sessuali veri e propri il passo è stato breve: coinvolti, nella vicenda, anche un 27enne e due uomini, genitori di ragazzini iscritti nella palestra.
Le vittime hanno esitato a denunciare ciò che accadeva in quella palestra del Bresciano: «Ci aveva costretto, avevamo paura e ci aveva fatto sentire in colpa. Ci vergognavamo e lo facciamo anche oggi». Una delle allieve ha invece raccontato: «Se non andavo da lui iniziava a chiamarmi, scrivermi, veniva sotto casa. E minacciava addirittura di uccidersi con le corde. No, non l’ho mai raccontato a nessuno: mi vergognavo troppo». Solo la confessione ai genitori di una delle sette vittime, che all'epoca dei fatti aveva 12 anni, ha fatto scattare la denuncia: «Dopo un pigiama party mi svegliai nel cuore della notte con le sue mani addosso. Mi confidai con sua moglie che mi disse di non preoccuparmi e minimizzò la cosa».
Ciò che colpisce è la grande fiducia che Cipriano aveva ottenuto presso le famiglie delle sue giovanissime allieve. In molti casi, l'uomo veniva anche invitato a cena ed era visto come un vero e proprio amico di famiglia. Una coppia di genitori lo conferma: «Non abbiamo mai avuto alcun sospetto: di quell’uomo, che veniva a cena da noi e interrogava mia figlia per provarle la lezione di italiano, ci fidavamo al cento per cento. Mai nessun sospetto. E ci siamo sentiti morire».
Un'altra mamma fu avvisata nel gennaio scorso: «Tolga sua figlia da quella palestra e la tenga lontana da quell'uomo». Anche in questo caso, i genitori sono caduti dalle nuvole e oggi il senso di colpa è dovuto anche al non aver realizzato in tempo cosa stesse accadendo. Il Corriere della Sera spiega:
“Il problema è che la figlia, la quale iniziò una relazione con il suo allenatore quando ancora non aveva compiuto 16 anni, «ancora fatica a realizzare la gravità di quanto accaduto. E adesso ci detesta per averla strappata dall’amore della sua vita». Quell’uomo era anche andato a casa loro per ribadire quanto fosse «innamorato». Quelle «più grandi», del resto, «non posso comandarle» disse spavaldo. Inguaiandosi con le sue stesse mani. L’hanno accolto per incastrarlo, quei genitori, e combattendo con se stessi e con un dolore lacerante, l’hanno denunciato”.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Ottobre 2017, 13:57
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