Stupro a Catania, gli egiziani interrogati dopo l'arresto: «Uno di loro è scoppiato a piangere, ma nessun pentimento»

Lunedì 5 Febbraio 2024, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 08:44

Indaga pool speciale della Procura

Il gruppo 'fascia debole', che indaga sulla violenza sessuale ai danni di una 13enne avvenuta martedì scorso a Catania, è un piccolo gioiello all'interno della procura del capoluogo siciliano: è composto da otto magistrati più il coordinatore, il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, che coordina anche la area 3 della Direzione Distrettuale Antimafia. Il gruppo è composto da magistrati molto affiatati tra loro che si vedono sempre in apposite riunioni, negli ultimi sei mesi sono state emesse otto direttive, di cui tre rivolte alla polizia giudiziaria, si fanno riunioni periodiche, si formano gli organi di polizia nel corso di appositi incontri.

Il risultato è che nell'ultimo semestre sono stati trattati oltre 250 casi di codice rosso ed emesse oltre 50 richieste cautelari tra, custodia in carcere, arresti domiciliari con braccialetto elettronico, divieto di avvicinamento e allontanamento dalla casa familiare. Quest'oggi rappresenta un deterrente per un luogo considerato a rischio di codice rosso l la come la provincia di Catania, dove in passato sono avvenuti femminicidi molto gravi. Ecco perché all'indomani del grave fatto di Catania sono scattate le indagini con un metodo assolutamente collaudato che ha portato all'immediata soluzione del caso in meno di ventiquattr'ore, facendo convergere investigazioni tradizionali ed indagini tecnico-scientifiche.

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