Medici e operatori sanitari in fuga dall'Italia: il 60% dei professionisti si è trasferito in Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar

Mercoledì 10 Gennaio 2024, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 15:27

Verso il Medio Oriente

«Medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti, e tanti altri colleghi, ogni giorno ci scrivono e si rivolgono alla segreteria dell'Amsi. Ogni mese ci arrivano in media circa 500 email - avverte il presidente dell'Amsi - Gli ultimi 12 mesi hanno poi aperto la strada al sogno Medioriente. Oltre 4mila delle 6mila richieste arrivano oggi per i Paesi del Golfo, in primis Emirati Arabi, Arabia Saudita e Qatar».

«Come Amsi rispondiamo alle domande dei medici, accogliamo i loro interrogativi, comprendiamo i loro timori e anche le loro ambizioni. Nel contempo, però, lavoriamo da anni, e come non mai lo abbiamo fatto negli ultimi 12 mesi, per convincere la politica - rimarca Aodi - ad agire per arginare quella che è una vera e propria fuga, un esodo di massa che rischia di indebolire ulteriormente la nostra sanità pubblica e naturalmente anche quella privata, già notevolmente messe a dura prova».

«Ognuno di noi deve fare la sua parte per arginare la fuga dei nostri medici all'estero, per noi risorsa preziosissima, creando terreno fertile per convincerli a restare, senza ovviamente nel contempo frenare il loro desiderio di miglioramento e crescita, sia chiaro più che legittimo - ricorda - L'Associazione Medici di origine straniera in Italia, insieme all'Unione Medica Euromediterranea, porta avanti da anni un impegno encomiabile che è sotto gli occhi di tutti, con propri rappresentanti in ben 120 Paesi nel mondo».

«La qualità della tutela della salute della collettività è fortemente a rischio, a fronte di un sistema sanitario italiano sempre più fragile, se non si porrà un freno alla fuga di medici e infermieri creando per loro il terreno fertile per decidere di rimanere nel nostro sistema sanitario e soprattutto per ridonare appeal alle professioni sanitarie italiane - conclude Aodi - Il nostro appello è sempre 'aiutarli a casa loro in Italià, al quale stanno aderendo più di 75 tra associazioni e sindacati di professionisti della sanità, organizzazioni e associazioni di strutture sanitarie e cliniche privati e poliambulatori»

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