Lavoro, Gen Z più penalizzata dallo stress. La psicologa: «In passato si tornava a casa e non si era più raggiungibili»

Sabato 24 Febbraio 2024, 14:34

Passato e presente: le differenze

Non si può riassumere un disagio generazionale in una sola parola e di certo non si può attribuire a un unico fattore scatenante, ma è indubbio che il mondo in cui si nasce e cresce è completamente diverso da quello di qualche anno fa a causa dello sviluppo tecnologico e della presenza costante e intrusiva di alcuni strumenti, tra cui lo smartphone.

Kathleen Pike ha dichiarato a Business Insider: «Quando le vecchie generazioni hanno dato il via alle proprie carriere, l'ambiente era totalmente diverso. In particolare, il sentimento di stress e i frequenti burnout della Gen Z sarebbero dovuti alla mancanza di limiti netti e definiti che separino la vita privata da quella professionale.

«Scrivono e parlano molto di come la Gen Z ha bisogno di più tempo libero, più ferie, del fatto che manchi di resistenza e forza per sopportare alcuni contesti lavorativi - continua la professoressa -, eppure quando, 50 anni fa, le figure ora senior erano al principio delle loro carriere, guidavano per andare al lavoro, non avevano cellulare, né internet, né FedEx».

La tecnologia, invece, ha cambiato le carte in tavola: «In passato nulla era istantaneo, quando i lavoratori tornavano a casa, non potevano più essere contattati. C'era una macro struttura che inevitabilmente creava più periodi morti e ora è evaporata».

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