Molotov al Consolato Usa a Firenze, Hamas rivendica l'attentato: arrestato un 22enne. Ipotesi terrorismo

Sabato 3 Febbraio 2024, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 16:04

L'arresto di un 22enne

Il provvedimento di fermo della Procura della Repubblica nei confronti del 22enne è stato adottato, come spiega il procuratore Spiezia in un comunicato, «per finalità di terrorismo, palesata dall'impiego di ordigni esplosivi e da plurime rivendicazioni a organi di informazione, nelle quali veniva manifestato il proposito di numerosi attentati per dissuadere lo Stato italiano dal fornire appoggio allo stato di Israele; lanciando dispositivi esplosivi, consistenti in bottiglie molotov, dall'incrocio tra via Palestro e Corso Italia, all'indirizzo del consolato americano, ubicato in via Amerigo Vespucci, in Firenze, così ponendo in essere atti diretti a danneggiare la struttura del consolato e le pertinenze dello stesso».

Il 22enne è accusato di aver commesso l'azione terroristica, spiega sempre il procuratore Spiezia, con «l'aggravante di aver commesso il fatto in circostanze di tempo (notte) idonee a impedire la pubblica e privata difesa, esponendo a pericolo la pubblica incolumità, in ragione dell'area di consumazione del fatto, sulla pubblica via, ad alta intensità abitativa, con compresenza nella zona di autovetture che laddove attinte dalle bottiglie molotov avrebbero potuto determinare un effetto di potenziamento esponenziale delle fiamme».

Il 22enne è indagato anche perchè, «al fine di eseguire l'attentato» ha portato «in luogo pubblico due dispositivi esplosivi, consistiti in due bottiglie molotov – da considerarsi comprese tra i "congegni micidiali" e pertanto equiparate, agli effetti della legge penale, alle armi da guerra – per lanciarle contro il perimetro della sede del consolato americano». Anche in questo caso è contestata «l'aggravante di aver commesso il fatto in circostanze di tempo (notte) idonee a impedire la pubblica e privata difesa».

Il provvedimento di fermo eseguito è stato emesso sussistendo, a giudizio della Procura della Repubblica, «gravi indizi di reità a carico della persona indagata in relazione ai fatti, alla luce delle complesse e tempestive indagini svolte dalla polizia giudiziaria della Sezione Anticrimine dei carabinieri del Ros di Firenze, del comando provinciale dei carabinieri di Firenze, del Centro Operativo della Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Toscana e della Digos di Firenze, le cui forze hanno operato in stretta sinergia e sotto la costante direzione e coordinamento di questa Procura della Repubblica», scrive sempre il procuratore Spiezia. Gli elementi investigativi alla base del decreto di fermo «sono plurimi e convergenti – derivanti da indagini di tipo tradizionale ed informatiche – e consentono di ritenere, con elevato grado di probabilità, la riferibilità soggettiva delle condotte illecite, incluso il video di rivendicazione, al soggetto nei cui confronti è stato disposto il fermo». La Procura ha ritenuto anche «sussistente il concreto pericolo di fuga» del 22enne «per la ritenuta possibilità di procurarsi collegamenti con l'estero e luoghi di immediato riparo».

Al momento gli inquirenti ipotizzano che il presunto attentatore abbia fatto tutto da solo ma le indagini proseguono per accertare se possa essere stato aiutato da qualcuno, anche, ad esempio, nel confezionamento del video che dura circa un minuto e mezzo e pronunciato in lingua araba. Nei prossimi giorni si terrà l'udienza di convalida del fermo da parte del giudice. «Siamo a conoscenza del fatto che un sospetto è stato interrogato in relazione all'incidente avvenuto presso il Consolato Generale degli Stati Uniti a Firenze. Ringraziamo le autorità italiane per la professionalità e la rapidità con cui hanno risposto e per la collaborazione con gli Stati Uniti», si fa sapere dall'ufficio stampa dell'ambasciata Usa. L'avvocato Chiara Bandini, legale del giovane arrestato, ha detto: «Il mio assistito è stato portato in cella. Non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione e si è avvalso della facoltà di non rispondere».

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