«Auguri di un sereno Natale. Finalmente, come ogni 8 dicembre, siamo qui per accendere 'Spelacchio' l'albero più famoso e simpatico del mondo. Spelacchio ci accompagna anche quest'anno e per la prima volta i bambini potranno portare una letterina in un ufficio postale molto particolare», ovvero una casetta posizionata ai piedi dell'abete. Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, dal palco di piazza Venezia, si è rivolta alla folla raccolta davanti all'albero. Poco prima si era levato qualche fischio per il protrarsi dell'esibizione della scuola del Coro del Teatro dell'Opera e per l'impazienza di vedere illuminato l'albero.
Pochi fischi sostituiti da un boato di applausi una volta presa la parola dalla sindaca che subito dopo l'accensione ha intavolato un surreale dialogo con Spelacchio. Eccolo:
Spelacchio: «Dadaaan, ciao a tutti, che bello rivedervi, quanto mi siete mancati!»
Raggi: «Spelacchio! Di nuovo qui, che bello! Sei in formissima, ma hai qualcoasa di diverso. Hai dato una spuntatina alle foglie?»
S: «Qualcosa di diverso c'è ma non penso c'entri con il mio giardiniere. Quest'anno è stato un anno di svolta, ho viaggiato tanto: Sudamerica, Tibet, India».
R: «Sei stato lontano tanto tempo, dove sei stato?»
S: «Beh, sai Virginia... Posso chiamarti Virginia, vero?»
R: «Certo, è il mio nome...»
S: «Mi sono preso un anno lontano dalle luci della ribalta... sai... per la fotosintesi...»
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Dicembre 2019, 07:35
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