Sala e Zaia: «Giochi trasparenti» Malagò: «Top manager e donne»

Paola Pastorini
Tanta euforia, abbracci, urla e brindisi (con vino e birra), ma le teste devono rimanere lucide. E il primo pensiero è: la politica deve stare fuori dai giochi. Il nodo da sciogliere è la governance, ovvero la macchina organizzatrice di Milano-Cortina 2026. Il Comitato olimpico (Cio) è stato chiaro: entro l'estate deve essere pronta. Dagli amministratori un solo ammonimento: niente politica solo persone capaci. «Vogliamo manager capaci, non gli amici degli amici», ammonisce il sindaco di Milano Giuseppe Sala: «Devono essere chiamati i più bravi». E questo lo dice anche alla luce del suo passato con Expo: «Bisogna essere trasparenti nella selezione delle persone e anche la formula di governance. Regola numero uno, deve avere esperienza solo nel privato o anche nel pubblico? Numero due, dobbiamo prendere qualcuno che deve restare fino al 2026».
Gli fa eco Luca Zaia governatore del Veneto: «Serve un manager industriale capace di mettere in piedi una macchina mostruosa, non interessa che diventi un cimitero degli elefanti con politici di ritorno». La pensa allo stesso modo il sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti: «Serve un manager di peso». E confessa di avere in mente un nome (si mormora Marzio Perrelli, ex banchiere e ora vicepresidente di Sky Sport). A tutte le richieste risponde deciso il presidente del Coni Giovanni Malagò, che stila il suo identikit: «Troveremo un ad e un dg che gestiscano a tempo pieno il comitato, secondo me è sbagliato pensare a solo un nome. Ci devono essere top manager, vari soggetti specializzati in vari dipartimenti. Però spero che ci siano delle donne di sport e capaci, perché abbiamo fatto la differenza mettendole in campo per la candidatura. Sarebbe un bel segnale». Il Comitato, spiega il presidente, «sarà per metà privato, con sponsor di supporto, e per metà pubblico. Poi decideremo la forma giuridica: se sarà snello comporterà più rischi, se sarà più blindato magari potrebbe esserci più burocrazia». Sicuramente «avrà una sede a Milano e una più piccola a Cortina, con presidi nelle altre località». D'altra parte la partita è alta. Quattro miliardi di euro di giro d'affari e 22mila posti di lavoro sono le stime dell'università Bocconi. Intanto, l'agenda si fa subito fitta. Sono quattro meeting in scaletta per il 2019: il primo incontro tra il Cio, il Coni e i soggetti pubblici coinvolti è in programma a Milano l'11 luglio. Qui si delineano le pietre miliari dei sette anni che separano dal grande evento. Solo nel 2019 sono previste una riunione a settembre, una novembre e due giorni di seminario a dicembre. Il presidente del Comitato organizzatore sarà lo stesso Malagò, come ha deciso il Cio. Poi si deve appunto decidere la forma giuridica del Comitato. In sintesi entro settembre la struttura dovrà essere in piedi con un amministratore delegato.
riproduzione riservata ®

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Giugno 2019, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA