Municipi in rivolta contro il piano moschee di Sala

Municipi in rivolta contro il piano moschee di Sala

di Simona Romanò
Insorgono i cittadini dei quartieri coinvolti dal “Piano moschee” di Palazzo Marino. Nei Municipi (casualmente governati dal centrodestra), dove il Comune intende costruire due luoghi di culto per gli islamici e regolarizzarne altri quattro, ora abusivi, i residenti non ci stanno. L’insurrezione corre anche sul web.

«Moschee? No, le priorità sono altre. Il sindaco Giuseppe Sala ne vuole sei. Perfetto, nel 2021 lo mandiamo a casa e riportiamo i milanesi e le periferie nelle priorità della giunta», scrive su Facebook la leghista Laura Aguzzi, consigliera di Zona 8. È soltanto uno dei commenti per l’hashtag “riprendiamoci Milano”, con gli abitanti che esprimono sui social il loro disappunto: «A Rogoredo abbiamo il via vai di zombie. Perché non beccarci anche una bella moschea?». E ancora: «Sempre e solo in periferia. Grazie mille». Le polemiche stanno divampando dopo che Sala ha ribadito le proprie intenzioni: «Lavorerò perché i 70mila musulmani di Milano abbiano un posto dove pregare». La rivolta è capeggiata dai presidenti del centrodestra dei Municipi che sono interessati: la Zona 2 con la moschea di via Esterle, la 4 con quella di via Marignano e il 7 dove una parte del parcheggio Trenno di via Novara sarà destinato con probabilità agli islamici.

Di «proposta lunare» parla il forzista Marco Bestetti alla guida di Zona 7: «Sala ignora le difficoltà vissute già oggi dalle periferie e vuole aggiungerne altre. Il parcheggio di Trenno sarà il parcheggio di interscambio per la nuova fermata della M5. Inoltre, potrebbe essere un hub di interscambio, dove i tifosi di San Siro possono lasciare l’auto, attivando delle navette». Duro il capogruppo della Lega a Palazzo Marino Alessandro Morelli che annuncia battaglia in consiglio comunale e chiederà al ministro dell’Interno Matteo Salvini di «aprire un dossier, perché è una questione di sicurezza»: «Sala sta mettendo Milano nelle grinfie di associazioni musulmane estremiste.

Dialoga con personaggi di dubbia provenienza.
Gli stessi musulmani perbene non si riconoscono con questi gruppi». Il riferimento è alla comunità Milli Gorus che anche quest’anno, ricorda il centrodestra, è «tra le associazioni da tenere d’occhio secondo l’annuale rapporto sulla sicurezza del governo tedesco». È quindi destinato ad acuirsi lo scontro tra il neo ministro dell’Interno e il sindaco che si è definisce “l’anti-Salvini”: i due, già divisi su migrazione e rom, si fronteggiano anche sul nodo moschee.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Giugno 2018, 06:00
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