Soldi per restituire i cani, arrestata la direttrice del canile. «Li nascondeva e minacciava i padroni»

Le indagini, condotte dai carabinieri del Nas di Firenze, sono nate da una denuncia

Soldi per restituire i cani, arrestata la direttrice del canile. «Li nascondeva e minacciava i padroni»

di Redazione web

Arrestata ai domiciliari Patrizia Nocerino, la presidente dell'associazione di volontariato che gestisce il canile municipale di Prato nell'ambito di un'inchiesta della procura di Prato. Le ipotesi di reato che sarebbero state contestate a lei, e anche ad altri collaboratori della struttura, sono, a vario titolo, di peculato e concussione. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nas di Firenze, sono nate da una denuncia. Ieri, martedì, i militari hanno eseguito una serie di accertamenti e hanno acquisito documenti presso l'assessorato all'Ambiente del Comune di Prato.

Lo stesso Comune, in una nota, spiega che «sin dal primo momento gli uffici comunali hanno garantito massima collaborazione agli inquirenti che stanno portando avanti l'inchiesta su alcuni membri dell'associazione Qua la zampa, che ha in gestione il canile comunale» e che «l'affidamento del servizio era stato rinnovato tramite gara a fine 2022». «La continuità del servizio - aggiunge il Comune - sarà garantita, dato che gli animali hanno necessità di assistenza quotidiana e l'associazione è chiamata a rendere conto di come intende riorganizzarsi. In base agli sviluppi dell'inchiesta potranno essere valutati i provvedimenti necessari. L'amministrazione si augura che quanto prima venga fatta chiarezza anche per tutti i membri dell'associazione stessa».

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Le indagini

Sono cinque gli indagati a Prato per la gestione del canile municipale affidata all'associazione di volontariato Qua la zampa (odv) di cui è stata arrestata la presidente.

La procura ipotizza presunte condotte di malagestione del canile. Riguardo alla presidente della Odv, la procura riferisce che è stata eseguita a suo carico un'ordinanza del gip di custodia cautelare personale agli arresti domiciliari. Il gip ha riconosciuto a suo carico la «sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di peculato, induzione indebita a dare o promettere, ricettazione e concorso in falso materiale in atto pubblico». Le indagini hanno riscontrato che venivano riscossi indebitamente soldi dai proprietari dei cani vaganti e poi catturati, quando invece tale denaro avrebbe dovuto confluire nelle casse del Comune di Prato a titolo di spese per la «cattura e relativa sanzione amministrativa».

Inoltre, il procuratore Giuseppe Nicolosi, riferisce anche che, sempre le indagini del Nas, hanno riscontrato «l'indebita appropriazione di cani di privati con allusive prospettazioni di sanzioni non dovute», «un'ipotesi di ricettazione per l'occultamento nel canile di un cane oggetto di un'attività delittuosa», e il «concorso nella realizzazione di una falsa attestazione di riconsegna di un altro cane nell'ambito dell'anagrafe canina», che è un registro pubblico. Oltre all'esecuzione dell'ordinanza, il 4 aprile, il Nas ha fatto perquisizioni nel canile e ha acquisito documenti al Comune di Prato. Il Nas ha svolto le indagini insieme ai carabinieri di Prato e sempre nelle investigazioni sono stati assistiti dalle guardie zoofile dell'associazione Earth di Prato.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Aprile 2023, 21:26
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