Davide Puleio, chef Giovane 2020: «Sono felice, il mio primo pensiero va a mia sorella»
di Rita Vecchio
Anche se è il risotto Milano-Roma l’icona della sua filosofia di cucina, mettendo insieme due metropoli, quella dove lavora e quella dove è nato trent’anni fa. «Non immaginavo la stella. Sono incredulo e felice. E senza parole».
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Cosa significa essere adesso uno stellato?
«Sentire più motivazione per andare avanti, per fare meglio e per affrontare l’anno che viene. Mi sento gratificato. Un risultato importante per me, per la brigata e per tutta la squadra».
È stato difficile?
«Impegnativo, sicuramente. Ma anche divertente. È la prima esperienza a capo di una cucina».
Prima volta in cucina?
«La torta di mele con la mia mamma. Me la ricordo ancora».
Ha sempre il sogno di cucinare per Ludovico Einaudi?
«Certo. A lui ho già dedicato un piatto, Walk, come la sua composizione. Non si sa mai che ora non riesca a farlo davvero».
A chi dedica la stella?
«Con tutto il mio cuore, a mia sorella Giulia (scomparsa l’anno scorso in un incidente stradale con lo chef Alessandro Narducci, ndr). Lei resta tutto ciò mi manca di più. La cucina era il nostro progetto, quello che ci aveva unito».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Novembre 2019, 10:11
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