'Il padre d'Italia', Isabella Ragonese a Leggo: "Un amore fuori dagli schemi"

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di Michela Greco
«Non mi sono mai sentita così bella come in questo film». Eppure Isabella Ragonese, che ebbe il suo exploit sul grande schermo grazie alla giudiziosa protagonista di Tutta la vita davanti di Virzì, ne Il padre d’Italia di Fabio Mollo, al cinema da giovedì 9 marzo, incarna un personaggio apparentemente lontanissimo da lei e dalla sua immagine.

Nel film diventa infatti Mia, una ragazza incontrollabile dai capelli rosa, incinta di sei mesi e senza un compagno, né una casa, né un lavoro, se non quello estremamente precario di cantante. Per caso, una sera, incontra Paolo (Luca Marinelli), ragazzo gay ingabbiato nella sua vita regolare e in uno stato di rassegnazione che gli fa credere di non aver diritto alla felicità: insieme partono per un viaggio attraverso l’Italia. «Man mano che procedono verso sud - ha raccontato il regista Fabio Mollo, direttore per un giorno a Leggo insieme alla sua protagonista - i due si spogliano fisicamente ed emotivamente, si tolgono la corazza». E mentre lei fa i conti col suo pancione, lui riflette sulla sua rinuncia ad avere figli, «perché da omosessuali sarebbe contronatura».
 
 


«L’istinto materno viene dato per scontato, quello paterno è visto come un optional - commenta Ragonese - Ma tutto viene rimesso in discussione. Mi ha commosso questo incontro tra due sconosciuti che si riconoscono». Percepito da qualcuno come un film che fa una netta dichiarazione politica sulle adozioni gay, Il padre d’Italia è invece molto altro, come sottolinea il regista, già autore de Il sud è niente: «Non vedo Paolo come un personaggio gay, la sua omosessualità è solo una tra le tante cose che lo caratterizzano. Volevo svincolarmi dalle etichette e riflettere sul lato umano, anche perché non tutti i gay sono a favore dell’omogenitorialità e non tutti gli etero sono contrari».

Ad accompagnare il percorso di Paolo e Mia, nel film, c’è anche la presenza decisiva della musica: lei intona gli Smiths e Marinelli canta Il mare d’inverno e Non sono una signora mentre si muovono verso il caldo ventre del Sud, che in questo caso è anche quella famiglia da cui Mia/Isabella era fuggita anni prima: «È sempre difficile tornare a casa - ha spiegato l’attrice - La famiglia è contemporaneamente un nido e un luogo da cui scappare. Ognuno di noi se la porta in testa, come una voce della coscienza».
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Marzo 2017, 11:01
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