"Se tua mamma lo scopre sono rovinato": così un allenatore di pallavolo abusava di una minorenne
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"Dopo le lacrime e il dolore, ora sento rabbia. Aspetto il processo al molestatore di mia figlia e, intanto, impazzisco. Voglio fare qualcosa per migliorare il mondo dello sport, devo trovare un perché a questa brutta storia capitata alla mia figliola. Quello che è successo a noi non deve accadere a nessun’altra famiglia. Ma il lupo è molto vicino, spesso più di quanto immaginiamo", le parole di Anna, impiegata di livello e divorziata. La donna si fidava dell'allenatore della figlia al punto da scrivergli ogni volta che la sentiva strana, distante e taciturna. Un uomo che sapeva fingere molto bene. "Colto, preparato, astuto, subdolo - racconta Anna - non il maniaco che al parco spalanca l’impermeabile. Capace di un sopraffino lavoro di manipolazione psicologica con tutti, grandi e piccini... Mi inoltrava gli sms che lei gli mandava quando discutevamo".
Anna decide di rivolgersi a una psicologa perché credeva di aver sbagliato come madre. "Quel signore si sta prendendo libertà indebite, il rapporto è totalmente squilibrato, vigila", l'allarme della professionista.
Pietrificata, prima interrompe ogni comunicazione con l’allenatore e poi fa pedinare la figlia dalla polizia. Pieni di terrore i messaggi dell'allenatore a Francesca: "Se mamma ci scopre sono rovinato, non raccontare nulla, dille di non impicciarsi". L'uomo infine confessa.
"Mi sono data mille colpe per non essermi accorta di nulla. Per un genitore, è il fallimento. Credevo che la relazione fosse da nonno a nipotina, che quell’uomo si approfittasse un po’ del ruolo di un marito assente. Mentre cerco di ridare una vita normale a mia figlia, provo a rendermi utile: vegliate, state attenti, non sottovalutate i segnali dei figli, sono gli insospettabili ad essere più pericolosi... Dov’è il Coni, come vigila?", conclude Anna.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Novembre 2017, 13:02
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