Niente preghiere per i defunti. E' costata carissima al prete ortodosso russo l'idea di celebrare una commemorazione sulla tomba di Alexei Navalny il mese scorso. La scure del Patriarca Kirill è arrivata puntuale e il sacerdote è stato sospeso dalle sue funzioni seduta stante. Inoltre gli è stato ordinato di scontare in un luogo ritirato tre anni di "penitenza". Padre Dmitry Safronov aveva pregato già altre volte sulla tomba di Navalny a Mosca. La punizione stavolta è scattata perchè ha deciso di celebrare i 40 giorni della sua scomparsa con un momento di spiritualità lo scorso 26 marzo.
Il Patriarcato ortodosso ha fatto sapere di avere retrocesso padre Safronov al ruolo di lettore e di toglierlo dalla sua parrocchia. Naturalmente non sono state fornite le ragioni del provvedimento benché non sia la prima volta che Kirill – sostenitore della guerra santa di Putin contro l'Ucraina – avanza con il pugno di ferro per scoraggiare gesti di insubordinazione e critica verso il Cremlino. «Alla fine del periodo di penitenza stabilito, sulla base del giudizio che verrà formulato, si analizzeranno le opportunità di farlo ritornare al suo normale servizio sacerdotale» ha fatto sapere il Patriarcato.
Il funerale di Navalny, avvenuto lo scorso primo marzo, ha visto l'afflusso di decine di migliaia di persone per le strade.
«Il male può essere sconfitto solo da una cosa, dal bene. Se cerchiamo di sconfiggere il male con il male, allora moltiplichiamo il male. Quindi ricorderemo davvero Alexei, ricorderemo il suo testamento per noi e pregheremo per lui e speriamo che preghi per noi sul trono del Signore". In passato padre Safronov si era rifiutato di leggere in chiesa una preghiera in cui si chiedeva l'aiuto di Dio per la vittoria della Russia, una preghiera che Kirill ha reso obbligatoria nelle funzioni religiose.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 3 Maggio 2024, 16:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA