Diego Narciso racconta il fenomeno Sinner: «Il suo tennis ricorda Djokovic e Borg»
di Massimo Sarti
Nargiso, si aspettava un Sinner tra i migliori giovani del circuito mondiale?
«Io sì. Ho detto sin dall’inizio che Jannik fosse un possibile vincitore delle Next Gen ATP Finals, insieme ad Alex De Minaur (australiano testa di serie n°1 del torneo, ndr)».
A quale “grande” può assomigliare?
«Secondo me i giocatori si assomigliano poco tra di loro. Comunque, se fossi in Sinner mi ispirerei a Novak Djokovic come tipo di gioco, atteggiamento, cattiveria agonistica. E anche come essere “cannibale” in campo, perché Jannik può farlo. Nel passato c’è poi il più inarrivabile, Bjorn Borg, con una propensione maggiore al gioco d’attacco».
Ha scelto nomi altisonanti.
«Sinner può diventare un giocatore al top e bisogna ispirarsi a giocatori al top. Il mare che deve attraversare è ancora ampio per trasformare l’ambizione in realtà, ma lui è un gran lavoratore».
Domenica inizieranno a Londra le ATP Finals, lo storico Masters, con Matteo Berrettini, sorteggiato in un girone di ferro con Thiem, Djokovic e Federer. Un sogno per lui e per il tennis italiano.
«Matteo ha disputato un 2019 fantastico e questo è il giusto e meritato epilogo. E se arrivi al Masters, è più bello giocarsela contro i big, i più forti, anche per raccontarlo ai nipotini. Matteo è ambizioso, anche se per esempio Djokovic è forse ancora non arrivabile per lui. Con Federer ci può essere la voglia di rivalsa dopo la sconfitta netta a Wimbledon. Meglio giocare contro i grandi, magari uscire, ma fare esperienza».
Come sta vivendo questo momento magico del tennis italiano?
«Sono tutti ragazzi che rappresentano splendidamente l’Italia sul piano anche umano, non solo tecnico. Io da piccolo tifavo Adriano Panatta e la Nazionale, poi sono stato azzurro e ho vissuto da protagonista quest’avventura. Provo ancora grande piacere e orgoglio a seguirli da addetto ai lavori».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Novembre 2019, 08:10
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