Marco Conidi: «Tifare Roma è un onore, contro il Salisburgo è vietato fischiare»

Il cantautore e grande tifoso giallorosso carica la squadra per il ritorno dell'Europa League: "Uniti possiamo battere gli austriaaci"

Marco Conidi: «Tifare Roma è un onore, contro il Salisburgo è vietato fischiare»

di Daniele Molteni

«Fare il tifo per la Roma è un privilegio e un onore. Bisogna tifare tutti quelli che indossano la maglia giallorossa, prenderli per mano e condurli al traguardo». Parole e musica di Marco Conidi, il cantautore e attore romano e romanista che ha creato “Mai sola mai”, canzone presente nei prepartita dell’Olimpico. È questo l’incipit ideale che meglio spiega il significato di essere giallorossi fino al midollo tutti i giorni della settimana e ancora di più nei giorni di festa, come quello di stasera con la Roma che cerca di saltare l’ostacolo Salisburgo in Europa League.

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Quindi ha ragione Mourinho quando domenica ha criticato i fischi dei tifosi durante la partita contro il Verona?
«Assolutamente sì. Io sto con Mou che prima di tutto deve difendere il gruppo. Non c’è da fischiare ma solo da applaudire squadra, allenatore e società - che stanno facendo degli sforzi incredibili. Inoltre questa dirigenza è molto attenta al discorso del sociale, con iniziative importanti verso i tifosi. Si fischiano solo i giocatori che mancano di rispetto alla maglia».


La rimonta è possibile?
«Lo 0-1 dell’andata è un risultato bugiardo e immeritato. Meritavamo di vincere noi a Salisburgo. Cosa che possiamo fare stasera».


Quale pensa che sia il punto di forza di questa Roma in Italia come in Europa?
«La compattezza dello spogliatoio creata da Mourinho.

Domenica dopo la partita contro il Verona tutta la squadra era in cerchio a fare gruppo. Questa unità è importante se vuoi andare lontano in campionato e in coppa, dove ci sono squadre che sulla carta sono più competitive di noi. Ma il nostro punto di forza è l’allenatore. Mourinho è un gigante e speriamo che resti con noi ancora a lungo. Ho un solo rimpianto pensando a José Mourinho...»


Quale sarebbe?
«Quello di non averlo avuto come allenatore con Totti e De Rossi».


Dybala è il fuoriclasse di questa Roma?
«Sì, è un top player vero. È l’emblema di un calcio romantico dove la tecnica predomina sulla muscolarità. Paulo è un gioiello, che va gestito con intelligenza. E poi c’è un’altra sua qualità che mi piace molto: l’umiltà».


Stasera un altro tutto esaurito con 60mila a fare il tifo, un’altra arma che può aiutare la Roma?
«Il tifoso romanista ha un amore incondizionato per la squadra, a prescindere da vittorie e traguardi».


C’è la Roma in Europa e il primo ricordo dove va?
«Chiaramente a Tirana, con la vittoria della Conference. Però un posto particolare nel cuore ha sempre la rimonta contro il Barcellona in Champions. Ho ancora negli occhi l’esultanza di Manolas. E poi la gioia sfrenata della gente giallorossa. Ecco questa è la cosa più bella dello stadio. Tanti sconosciuti che si abbracciano felici e contenti. Tanta gente che si ripaga dei grossi sacrifici economici che si fanno per vedere la partita».


Chiudiamo in musica, con la sua musica.
«Da marzo rimprende il giro d’Italia con l’Orchestraccia nei teatri della Penisola, da Reggio Calabria a Torino».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Febbraio 2023, 19:48

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