Pippo Inzaghi, l'autobiografia di un bomber: «Nel 2015 temevo di avere la Sla. Io e Vieri? Abbiamo fatto qualche serata...»

SuperPippo presenta la sua autobiografia, "Il momento giusto", ma non vuole polemiche: "Questo libro ha tante cose belle"

Pippo Inzaghi, l'autobiografia di un bomber: «Nel 2015 temevo di avere la Sla. Io e Vieri? Abbiamo fatto qualche serata...»

di Massimo Sarti

Il momento giusto, Filippo Inzaghi lo ha trovato ben 291 volte con i club e 25 con la Nazionale maggiore, per mettere la palla in rete. “Il momento giusto” è anche il titolo della sua autobiografia, scritta con il giornalista della Gazzetta dello Sport G.B. Olivero e presentata alla Mondadori di Piazza Duomo a Milano. Alla presenza della famiglia e degli amici di una vita. A cominciare da papà Giancarlo, al fratello Simone, fresco vicecampione d'Europa con l'Inter, alla compagna e madre dei suoi due figli Angela Robusti.

Immancabili le presenze dell'amicone Bobo Vieri e dell'amministratore delegato del Monza (nonché ex del Milan ai tempi di Superpippo) Adriano Galliani, ancora visibilmente commosso quando Inzaghi senior ha voluto iniziare ricordando il presidente Silvio Berlusconi. Nel corso della presentazione l'attuale allenatore della Reggina («Il futuro? Siamo in silenzio stampa», ha glissato) ha voluto citare altri personaggi del calcio scomparsi troppo presto, come Paolo Rossi («Un idolo per me»), Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli.

Filippo Inzaghi non ha voluto davanti alla stampa calcare la mano su un passaggio di “Il momento giusto”, riguardante Massimiliano Allegri. Recita il libro: «Io e il Milan nella primavera del 2012 avevamo trovato un accordo per prolungare di un anno il mio contratto. Galliani era felice di aver trovato insieme a me questa soluzione. Allegri invece la bocciò. Non mi voleva più nello spogliatoio e lo disse al dirigente chiedendo che non mi fosse rinnovato il contratto. Per me fu una mazzata». «Ho smesso di giocare a fatica, ma non voglio fare polemiche, questo libro ha tante cose belle, con poche polemiche», ha detto, evitando di rincarare la dose. 

Inzaghi ha aggiunto: «All'inizio ero titubante all'idea di scrivere un libro, poi l'ho fatto per trasmettere i valori, la passione, la voglia che stanno dietro ad una carriera straordinaria. Sento ancora tanto entusiasmo attorno a me, come se avessi smesso da poco, o non avessi smesso. Presentando il libro mi hanno chiesto l'autografo bambini di 7 anni e signori di 70». Tanti gli aneddoti di una vita e di una carriera. Dai primi campetti nel piacentino («Dove giocavo solo se facevano giocare mio fratello Simone»), all'ultimo gol segnato con la maglia del Milan, a San Siro contro il Novara nel 2012 («L'ultimo tiro della mia vita è un gol: non ho più alcun dubbio, non mi farò tentare da nessuna offerta, questa è la mia ultima partita», ha scritto).

E poi ci sono stati i racconti degli ospiti, con Galliani a fare da mattatore: «Quando un certo giorno del 2001 ero a Torino per cercare di prendere Pippo Inzaghi, c'erano dieci miliardi di differenza tra la richiesta della Juventus e l'offerta del Milan.

Pippo rinunciò a dieci miliardi spalmati sul suo contratto quinquennale e venne così al Milan». Poi, amante dei numeri, ha voluto ricordare come «Pippo nel 2007 segnò in finale di Champions ad Atene, in Supercoppa Europea a Monaco e nel Mondiale per Club a Yokohama».

«È semplice parlare di Filippo. Siamo come gemelli, nonostante i tre anni di differenza. Per me è stato un esempio. Non so se, senza di lui, avrei fatto la stessa carriera da giocatore e da allenatore. Lui cita spesso quello che sto facendo in panchina, io rispondo con quello che ha fatto lui da calciatore, ma anche da allenatore. Mi ha spinto a migliorarmi anche come persona, e per questo devo ringraziare anche i nostri fantastici genitori». Così il nerazzurro Simone, in una presentazione ovviamente molto milanista. Si è venuto a sapere poi che a Pippo Inzaghi «sarebbe piaciuto allenare il Monza», la stagione dopo quella dominata in B sulla panchina del Benevento.

Gustoso poi il ricordo raccontato in tandem da Bobo Vieri e Pippo Inzaghi su Italia-Azerbaigian 4-0, giocata a Reggio Calabria. «Dicevano che io ero pazzo, ma lui era il pazzo silenzioso», apre Vieri. «Comunque in quella partita segno io subito, poi lui. Nell'intervallo sono a fare un massaggio e vedo Trapattoni avvicinarsi a Inzaghi e dirgli che l'avrebbe tolto dopo dieci minuti della ripresa». «A me serviva un altro gol per battere Paolo Rossi e dissi al Trap: “Mister, non mi tirare fuori, perché Bobo non sta bene con l'adduttore”», ha proseguito Inzaghi.

Ancora Bobo: «Nella ripresa ho un'occasione e poi vengo sostituito. Ero arrabbiatissimo e scaglio una bottiglietta verso il Trap. Che a fine partita mi ha detto: “Perché ti sei arrabbiato, avevi male”. Non era vero». Piccolo escamotage di Inzaghi che segnò poi il secondo gol che gli serviva: «Ma io e Bobo siamo sempre stati amici, mai invidiosi di quello che faceva l'altro. Poi abbiamo fatto qualche serata insieme, quando ci si incrociava»... E giù risate generali sul «Qualche serata...».

Ci sono stati anche momenti difficili per Superpippo, come nell'autunno del 2015, dopo l'esperienza sulla panchina del Milan in A: «Il mio corpo mi mandava segnali inequivocabili di malessere. Mi sono spaventato. Ho avuto paura. Ho temuto di avere qualcosa di grave, persino la Sla», si legge sul libro. Poi Inzaghi ha ritrovato il pallone, a Venezia in serie C («Prospettatasi l'occasione, ho detto al mio procuratore: “Andiamo!”»). E poi Angela, l'amore vero di una vita, visibilmente commossa davanti al suo Filippo.


Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Giugno 2023, 23:07

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