Sanremo 2019, Rancore: «Ho scelto questo nome per esorcizzare la rabbia»

Sanremo 2019, Rancore: «Ho scelto questo nome per esorcizzare la rabbia»

di Marco Castoro
Rancore è il rapper che canta con Silvestri. Perché questo nome d'arte?
«L'ho scelto quando a 16 anni usavo la creatività del rap per sfogare l'argento vivo che avevo dentro. Non è odio, come il perdono non è l'amore. Rancore è la mia malattia del nome che porto. Lo vivo come Batman vive il suo costume da pipistrello, convinto che i cattivi abbiano paura dei pipistrelli, quando invece è lui che ha paura dei pipistrelli e si veste da Batman per esorcizzarla. Io mi vesto da Rancore per uccidere il rancore».
Quali sono gli ideali dei giovani?
«È come se ci fosse una nuova legge della relatività, dettata da internet, che ha cambiato l'informazione. Il vero e il falso si mischiano senza regole come in un minestrone di storie nuove o antiche, messe assieme solo perché bisogna vendere nuove storie. Questo porta a una confusione degli ideali, perdita di fiducia nelle istituzioni, tutti quei valori che erano alla base, famiglia e scuola vengono messe in dubbio da questo bombardamento. Chi conosce un mondo precedente deve riprogrammarsi. Contesto appesantito da una situazione politica che sfrutta questa confusione per fare quello che vuole. Il cambio della guardia è il momento migliore per la rapina».
È il rap la nuova filosofia?
«Il rap è rompere le parole per ricostruirle con delle rime. Con il rap si possono inserire cose nuove e ridare forza a una comunicazione indebolita da internet che ha fatto scoppiare la crisi di famiglia, coppia, adolescenti».
Si è soli anche in compagnia?
«Purtroppo sì. In Musica per Bambini, il mio ultimo disco, lo dico in modo cervellotico e credo di aver trovato una buona sintesi tra la complessità e l'essere diretti. Una sintesi che non sta nella parola in sé ma in come la dici. I social? sono asocial».
Perché i giovani cervelli fuggono?
«C'è un estremo materialistico talmente elevato che si va solo sulle cose che funzionano senza avere fiducia nei talenti. Siamo delle equazioni e le x che restano fuori sono fuori».

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 8 Febbraio 2019, 09:12
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