Park Bo-ram morta a 30 anni. Gli amici: «L'abbiamo trovata in bagno». Allarme suicidi tra le star in Corea del Sud

Deceduta improvvisamente nella tarda serata di ieri

Park Bo-ram morta a 30 anni. Gli amici: «L'abbiamo trovata in bagno». Allarme suicidi tra le star in Corea del Sud

di Tiziana Panettieri

Il mondo del k-pop piange l’improvvisa scomparsa di Park Bo-ram, star della musica coreana morta nella tarda serata di giovedì 11 aprile. A trovarla svenuta in bagno alcuni amici con i quali stava trascorrendo la serata. Colpita da probabile arresto cardiaco, a nulla è servita la corsa in ospedale. Come riportato dal Daily Mail è morta alle 23.17, circa un’ora dopo essere arrivata.

L'annuncio della morte

A dare l’annuncio della morte l’agenzia di Park, Xanadu Entertainment, tramite i suoi profili social: «Siamo qui per condividere notizie dolorose e strazianti. Park Bo-ram è morta improvvisamente nella tarda notte dell’11 aprile. Tutti gli artisti e i dirigenti di Xanadu Entertainment la piangono con grande tristezza. Il funerale si terrà dopo aver consultato la famiglia».

L'indagine

Sulla morte di Park Bo-ram la polizia ha avviato un’indagine. Gli amici raccontano di essersi preoccupati non vedendola tornare dal bagno. L’hanno trovata accasciata sul lavandino priva di sensi. Neanche la rianimazione cardio-polmonare da loro eseguita è servita a dare una possibilità alla ragazza.

Luci e ombre 

La carriera di Park Bo-ram inizia nel 2010, quando attira l’attenzione dei media del paese partecipando al programma “Superstar K2”, show sudcoreano in cui i cantanti si esibiscono con l’obiettivo di impressionare giudici e pubblico. Nel 2014 esce “Beautiful”, singolo che in patria debutta al 19esimo posto della classifica annuale. I fan attendevano il suo nuovo album, anticipato dal singolo “I Miss You” uscito pochi giorni prima della morte, il 3 aprile.

Un caso non isolato

La giovane artista è l’ultima vittima di quella che in Corea del Sud è una vera e propria piaga sociale tra i giovani artisti, che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo. Solo l’anno scorso il 25enne Moobin, membro del gruppo Astro, è stato trovato morto nel suo appartamento. L’ipotesi più accreditata è il suicidio, destino che due mesi dopo colpirà anche un altro giovane cantante coreano, il 23enne Choi-Sung-bong.

L’anno nero per il k-pop e lo spettacolo sudcoreano però è stato il 2019. In pochi mesi la musica coreana ha detto addio a Sulli, attrice e cantante vittima di cyberbullismo e affetta da depressione, a Goo-Ha-ra, componente del gruppo Kara e poi solista di grande successo e infine all’attore Cha-In ha.

Un probabile suicidio per le giovani artiste e una morte ancora avvolta nel mistero per la giovane star della tv.

La ricerca della perfezione

La causa scatenante di questo fenomeno è da ricercare in un probabile mix di elementi. La società sudcoreana pressa giovani attori e cantanti e ne costruisce l’immagine pubblica nei minimi dettagli così da trasformarli in modelli da seguire. La perfezione è il punto d’arrivo, ma dietro questi giovani talent c’è sfruttamento, stress, condizioni fisiche e psicologiche celate dietro performance accattivanti. E al primo sbaglio l’esposizione mediatica si rivela letale per chi è già provato.

Il suicidio di Lee Sun-kyun

Un esempio che più di altri ha fatto il giro del mondo è il probabile suicidio di Lee Sun-kyun, star del film premio Oscar “Parasite”, trovato morto nella sua auto il 27 dicembre 2023.

L’attore ha visto la sua immagine pubblica offuscarsi sempre di più dopo l’indagine che lo vedeva coinvolto per l’uso illegale di cannabis, reato che la Corea del Sud punisce con l’ergastolo e non ha retto il peso dello scandalo.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Aprile 2024, 20:34
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