Negramaro: «A Sanremo per ricominciare tutto. Bisogna lottare contro i pregiudizi»

Giuliano Sangiorgi torna sul palco dell'Ariston dopo 19 anni. «Il mio unico pensiero è cantare bene»

Negramaro: «A Sanremo per ricominciare tutto. Bisogna lottare contro i pregiudizi»

di Rita Vecchio

Nascere non basta, è per rinascere che siamo nati, ogni giorno. I Negramaro scelgono una citazione di Neruda per riassumere un “Ricominciamo tutto” che non è solo il titolo del brano con cui la band salentina tornerà in gara dopo 19 anni (nel 2005 tra i Giovani con “Mentre tutto scorre”) al prossimo Sanremo. E’ attitudine, «atto di speranza, lotta ai pregiudizi e ricerca di apertura della società civile». Giuliano Sangiorgi, che domani spegnerà 45 candeline, parla di una direzione ostinata e contraria da percorrere, «contro un cinismo che non è più ammissibile». 

Perché?

«E' indispensabile uscire dal pregiudizio. Mi piacerebbe cancellarmi e ritrovarmi di nuovo, imparare a sbagliare, correre contro un passato cinico. La direzione da prendere deve andare verso l’umanità. "Ricominciamo tutto" parla di questo, con uno scambio al pianoforte con Andro, alla Sigur Ros o alla M83. Una canzone che non parte da una crisi, ma da un amore in senso lato»

E a Sanremo? 

«Amadeus ha dileguato i pregiudizi sul Festival di media, di artisti, compresi i nostri dubbi del tornarci. Anche Baglioni aveva iniziato questa strada. Ricominciamo tutto è azzerare, resettare. Vale per Sanremo, vale per tutto, dalle carceri ai migranti. E’ questo il cuore del brano, scritto mentre mi trovavo sulla neve con mia figlia Stella, piccolissima». 

E' anche monito per la politica?

«Politica non è una parola che mi fa paura, per me politica significa essere persone. L’uomo è un animale politico, questa canzone è politica, come è la musica tutta. A livello partitico non me ne frega nulla, anche perché spesso sentiamo promesse vane. Mi auguro che anche i bambini inizino a pensare che tutto è politico. Non voglio vivere nella diffidenza, la diffidenza è l’inizio della fine. Come la commentocrazia».

I social sono compartecipi di questa responsabilità? 

«I social, come lo siamo tutti noi. Il  problema dei social è la nostra generazione, quella di passaggio, inutile. Abbiamo paura di essere tacciati come vecchi e facciamo stronzate immani. Siamo nel Medioevo del nuovo millennio. Mi dà fastidio la gogna mediatica contro Chiara Ferragni. Mettiamo il pollice su o giù nel giro di un nano secondo, alimentando semplicemente uno squadrismo becero. A differenza nostra, le nuove generazioni sono prontissime a essere punk. C'è poco rock oggi? La risposta è che il rock è attitudine. E, soprattutto, fare rock ’n roll non significa fottersene». 

NEGRAMARO

Cosa sarà il Festival per i Negramaro?

«Una tappa all'interno del nostro bellissimo giro. Sarà uno stimolo per la band. Se non ci fosse stato il lavoro degli ultimi anni, noi in primis a Sanremo non saremmo andati. Amadeus ci ha tenuto ad averci, come ad appoggiarci nelle nostre pazzie da venti anni ci sono Filippo Sugar e Caterina Caselli. Ad Amadeus ho detto “questo è il brano”.

Lui era straordinariamente commosso. Per me, il suo vero merito è di essere obiettivo. Sappiamo dei tanti no ad artisti che avrebbero potuto meritarsi tranquillamente quel palco». 

Nel 2005 avevate perso, ma è come se aveste vinto.

«E' stato così. Allora ci furono tanti errori tecnici e non era andata bene con l'esecuzione. Ecco perché il mio solo pensiero di questo festival è cantare bene. Sono terrorizzato. Vincere non vinceremo. Ma Sanremo è una vetrina per le emozioni, più che per la gara. Ci sono tantissimi artisti validissimi». 

Geolier, per esempio, si ricollega al tributo partenopeo che avete fatto di recente e alla prima data degli stadi nel prossimo tour. 

«Geolier dà uno spaccato di vita diverso rispetto a quello che siamo abituati a vedere. Non dice sono “bitch”, " ti sparo". Con Napoli sta succedendo quello che fu con Pino Daniele 40 anni fa, i cui testi arrivavano a un adolescente di Copertino come me, come fosse Eric Clapton. Pino Daniele, come Lucio Dalla con "Caruso", ha reso internazionale una lingua che non è semplice dialetto. E Geolier sta sdoganando quella cosa lì. Il mio sogno è portare una canzone in salentino». 

In "Ricominciamo tutto" c’è qualche citazione di Lucio Battisti. Sarà la cover della serata ospiti?

«Questa comunicazione spetta solo ad Amadeus (ridono tutti, mentre gira voce che sarà proprio "La canzone del sole" la cover scelta e con loro potrebbe esserci Malika Ayane, ndr)». 

Dopo Sanremo cosa ci sarà?

«Partiremo per Berlino per chiudere il nuovo disco che uscirà in primavera, prima dei live negli stadi, disco che sarà una dichiarazione di intenti. Lo registreremo negli Hansa Studios che hanno visto rinascere gli U2 (album Achtung Baby, ndr). La Sugar ci ha abituati male. Nella nosta carriera siamo stati ovunque, da Toronto a San Francisco, facendo esperienze bellissime. Nel disco ci sarà un brano simbolico, "Berlino Est", che descrive la storia dell’umanità attraverso momenti bui, ma capace di distruggere muri».

E se ci sono riusciti loro...

«E se sono riusciti loro, possiamo riuscire anche noi ad abbattere i muri delle nostre vite». 

NEGRAMARO

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NEGRAMARO STADI 2024 (date aggiornate a oggi, biglietti disponibili su www.friendsandpartners.it)

Il 15 giugno - Stadio Diego Armando Maradona di Napoli

18 giugno - Blueenergy Stadium Stadio Friuli di Udine

22 giugno - Stadio San Siro di Milano

3 luglio - Stadio Franco Scoglio (San Filippo) di Messina

6 luglio - Stadio San Nicola di Bari


Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Gennaio 2024, 10:35
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