Gianna Nannini: «Tiro fuori il mio spirito soul». Per lei nuovo disco, tour, film e libro

Pubblica "Sei nell'anima", progetto in 4 livelli

Gianna Nannini: «Tiro fuori il mio spirito soul». Per lei nuovo disco, tour, film e libro

di Rita Vecchio

Anima è parola chiave di quell'approccio soul tanto voluto dalla Nannini. Dell’irruenza rock che parte da impetuosa ricerca. Quattro i livelli per raccontarla. Il disco “Sei nel-l’anima” (scritto volutamente staccato), in uscita oggi, il libro autobiografico ristampato con il titolo "Sei nell’anima (Cazzi miei)" da cui è tratto il film, dal 2 maggio su Netflix e il tour europeo (dal 24 novembre). Una Gianna nazionale a tutto giro, dalla musica poliedrica, senza confini. Quando inizia a parlare, la frase che resta impressa è: «Canto di essere nata senza genere, alludendo al fatto che per me non c’è il concetto di maschio e femmina. E mi sono proiettata in tante vite». 

Quali?

«Tutte quelle che ho vissuto. L'anno di partenza è il 1983, il mio anno zero, il mio anno di nascita, a trent’anni». 

Perché?

«E’ stato il momento in cui in me si è scatenato un corto circuito. Dopo "questo amore è una camera a gas" (canticchia, ndr), sono andata completamente fuori. Non ero drogata, come si potrebbe essere indotti a pensare. Quando ho girato il video di "Fotoromanza" con Michelangelo Antonioni ero ancora in quello stato. Lo chiamavo di notte. Ero fuori di me. Vittima e carnefice: binomio esatto di quel viaggio». 

Che era successo?

«Ebbi un crollo, dovuto, probabilmente, alla pressione lavorativa degli anni precedenti». 

GIANNA NANNINI ((ph credit Luigi&Iango)

Non era l’anno in cui girava il film di Gabriele Salvatores?

«Sì. Di notte ero sul set, di giorno correvo in sala di incisione. La vera ripresa è stata con "Scandalo", sei anni dopo». 

Il brano con cui è stata ospite di Rose Villain all'ultimo Festival di Sanremo

«Ammetto di avere inserito una barra inedita proprio di 1983. E' molto brava questa ragazza. Non so se si è percepito, ma eravamo in sintonia».

Che significa essere nell’anima? 

«Essere centrati, non avere divari, non creare conflitti». 

Come nasce l’album? 

«Dal desiderio di andare verso il rock soul. L’idea primordiale era fare un disco di hit afroamericane». 

Si parte con una traccia fortissima. 

«"1983" è un pezzo dirompente e a bomba che esprime la mia fisicità, distaccandosi dagli altri brani dell'album. Partire così è una tradizione che mi porta fortuna. Lo avevo fatto fin dai tempi di Californa con America o con Grazie, dove il brano di apertura del disco era appunto "Sei nell’anima"».

I primi accordi?

«Quelli di Stupida Canzone che porta la firma di Peppino di Capri.

Cercavo proprio quel suo swing». 

GIANNA NANNINI (cover album )

Oltre a lui, ci sono tanti nomi tanti nomi: Andy Wright, Pacifico, Zef, Jacopo Ettorre, Alex “Raige” Vella e Mauro Paoluzzi, Troy Miller, Raül Refree.

«Le collaborazioni o i co-autori per me sono fondamentali. Anche i nomi che vengono dal rap. Mi aiutano a dare più morbidezza al suono, a fare un disco più street. La chitarra catalana nell’ultima traccia, con il musicista spagnolo Raül Refree, è la cartina al tornasole della perdita della nostra cultura mediterranea. Abbiamo un repertorio incredibile ma non lo valorizziamo». 

 Nel brano che chiude c'è la citazione di "Piccolo grande amore".   

«Ho chiamato Claudio (Baglioni, ndr) per chiedergli se potevo usare quella frase. E' sulla carta, tutti la possono prendere, non devo darti il permesso, mi ha risposto. Così ce l’ho messa, lui però non l'ha ancora ascoltato». 

GIANNA NANNINI ((ph credit Luigi&Iango)

"L’amore è un pugnale" e "ballare sul filo spinato": attualità?

«Questo crimine è sempre esistito, ma è vero che da quando hanno trovato la parola magica "femminicidio" i casi sono aumentati. La donna oggi denuncia, prima non lo faceva. Io, molestata da un insegnante di musica, non lo avevo fatto. Avevo 13 anni. Ho avuto la fortuna di fare una canzone, Basta, che mi è servita come valvola di sfogo. Ma sono cose che ti segnano». 

E la politica?

«Non vorrei entrare nel merito. Tutti i governi sono schiavi della Seconda Guerra Mondiale. Prima di fare le cose, bisogna sempre chiedere il permesso».

Le "vipere per strada", invece, chi sono?

«E’ la trasformazione dell’essere umano. E' la cattiveria, l'odio, l'uno contro l'altro. Io non sono così. Ma vedo tanti schieramenti attorno a me». 

I concerti?

«Dal 24 novembre, parto da Ginevra. Sono 16 show ad oggi confermati per un tour europeo vero che vorrei allargare all’America». 

Cosa è la musica per Gianna Nannini?

«E' un viaggio che non finisce mai. Il 1983, la mia nuova esistenza. Non perdo mai il coraggio, ho bisogno del buio per vedere la luce». 


Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Aprile 2024, 15:45
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