Nancy Brilli: «Raccontare i tradimenti del marito in un libro: ma dov'è il ritegno?»

Nancy Brilli: «Raccontare i tradimenti del marito in un libro: ma dov'è il ritegno?»

di Nancy Brilli
Nell'anno 52 del Novecento, il mitico Humphrey Bogart recitava: "È la stampa, bellezza". Altro secolo, altro millennio, altro mondo. La stampa si occupava di fatti, se non perfettamente documentati e veritieri, perlomeno particolari, strambi o che comunque facessero notizia. I memoir erano merce rara, e la persona media non si sognava affatto di lavare i propri panni sporchi in pubblico, in un libro men che meno. Si cercava di far bella figura. Oggigiorno se non esterni zozzerie e rancori sei quasi strano. Lo fanno i reali, lo fanno i politici, lo fanno le mogli dei calciatori e compagnia cantante. Vorrebbe farlo anche Pamela, che pur essendo onorabilmente qualunque, mi comunica (molto dettagliatamente, e vi si risparmia) di ritenere suo dovere, in nome delle altre, di proporre a un editore che io volessi presentarle, la sua lagrimosissima lamentazione riguardo ai vizietti del marito, reo di essere poromo fedifrago generico. Capirai. Chissà che roba sconvolgente. A parte che questa storia del primo che s'alza e parla a nome di, deve finire, non è che si stava meglio quando si stava peggio, perché sotto più che molteplici aspetti, peggio, si stava. Ma una retromarcia rispetto alla dignità non la vedrei male. Un minimo di ritegno amerei fosse richiesto. Ma poi, detto dritto così come mi viene, dei cavoli privati e banalissimi di una tal Pamela, davvero davvero, ce ne cala?

 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Febbraio 2024, 15:59
© RIPRODUZIONE RISERVATA