Oltre al danno anche la beffa? Sembrerebbe proprio di sì. Un prof che insegna a Imola, Bologna, ha messo una nota disciplinare a una studentessa perché lei lo avrebbe chiamato «f****o». Il preside l'ha resa visibile soltanto il giorno dopo, visto che la policy della scuola prevede che prima le controlli lui.
«Non vedendola subito sul registro racconta il prof a Fanpage - ho quindi deciso di inviare un messaggio Whatsapp ai genitori. Sul registro elettronico ho trovato i loro numeri e ho raccontato quanto accaduto. Loro hanno quindi girato via mail il mio messaggio al preside che ha minacciato di sospendermi».
«Come si è permesso?»
Il docente, che chiameremo Pasquale per proteggere la sua vera identità, insegna in un istituto di Imola, in Emilia-Romagna. «Il dirigente scolastico mi ha chiamato nel suo ufficio e mi ha detto urlando: ‘Ma come si è permesso? Non bastava la nota? L'alunna le ha chiesto scusa".
L'episodio non è il primo e, forse, non sarà l'ultimo. Il docente Pasquale lavora nella scuola dal 1° settembre ma già nel 2018 alcuni alunni gli avevano fatto trovare «una scritta omofoba sulla lavagna», spiega il prof.
Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Febbraio 2024, 19:04
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