Quarticciolo, ferì un pusher: preso il genero del boss Ciano

Pugnalato al fianco per aver “violato” una delle regole della piazza di spaccio. Ovvero quella di prendere le parti di un connazionale che cacciato dallo stesso giro e non venendo pagato aveva rubato un orologio di valore al genero del “boss”. Anche lui era stato una vedetta-palo poi il ritiro e il cambio di “campo”. Così è stato pugnalato e chi lo ha ferito aveva l’intenzione di uccidere quel 19enne tunisino vittima di un agguato nella notte fra il 25 e il 26 aprile scorsi. Dieci ore di lavoro continuo fra i lotti condominiali compresi fra viale Palmiro Togliatti e via Ostuni. Qui, dove la cocaina e l’hashish girano a fiumi nonostante le retate, comanda “Ciano”, al secolo Luciano Marsella, considerato dagli inquirenti uno dei capi-piazza del Quarticciolo e gambizzato per giunta non molto tempo fa. Il genero, ossia il compagno della figlia, Jacopo Civella, lo scorso 25 aprile ha colpito quasi a morte un ragazzo di 19 anni che lavorando per la piazza ne aveva poi preso le distanze perché un suo amico, anche lui tunisino, era stato cacciato e per ripicca senza ricevere il dovuto aveva sottratto un orologio di valore al genero del capo. È lui l’uomo che ieri i carabinieri della compagnia Casilina hanno arrestato con l’accusa di tentato omicidio aggravato a seguito delle indagini partite proprio dopo l’agguato al 19enne.

LE INDAGINI

Se formalmente, hanno accertato le indagini dei militari coordinati dalla procura, Civella è l’aggressore del tunisino lo stesso per conto del suocero sovrintendeva lo spaccio in una delle piazze del quartiere.

Compiti precisi, come quello di pagare i pusher o le vedette, ma punire anche chi all’occorrenza, come pure è accaduto, per un motivo o per l’altro violava le regole tacite ma pur ben conosciute. A chiudere il cerchio sul genero del boss anche i riscontri che i carabinieri hanno svolto con diversi testimoni. A partire dal primo che la sera del 25 aprile ha chiamato i soccorsi. A delineare il quadro sono stati anche gli amici del tunisino che proprio a pochi minuti dall’agguato gli si sono raccolti intorno nel tentativo di salvarlo. Uno di loro ha anche raccontato che la vittima avrebbe sottratto 700 euro a Civella mentre un altro ha visto anche “Ciano” affacciato alla finestra mentre urlava al genero di fuggire perché il tunisino seppur ferito si era tolto il coltello dal fianco e sembrava intendo a difendersi prima di cadere a terra. Su questo tuttavia e in generale sul movente sono ancora in corso le verifiche. Il 19enne fu trasferito d’urgenza al policlinico Casilino dove fu operato e ricoverato poi in Terapia intensiva. Per giorni non ha potuto parlare fino a che, sciolta la prognosi, ha confortato quello che i carabinieri avevano già raccolto. Un agguato per vendetta e per far capire in sostanza che nessuno può essere “amico” di chi pesta i piedi al capo o a suo genero.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Maggio 2024, 12:28
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