Le ali sono colore rosso - arancio mentre l’addome presenta delle righe gialle e marroni. Eccolo l’identikit della vespa Crabro, conosciuta comunemente con il nome di calabrone, la specie più grande di vespe europee diffusa fino a pochi anni fa nel Nord dell’America e da diverse settimane anche nella Capitale dove si sono registrati ( pochi) casi di punture causate da questo insetto. Dopo i cinghiali e serpenti, a Roma è allarme calabroni.
CHI SONO?
I calabroni fanno parte della famiglia degli imenotteri in cui rientrano anche le api e le formiche. Sono diffusi in tutto il mondo. In Italia esiste il calabrone europeo, ma non è stata certificata nel nostro paese e nemmeno in Europa la presenza della Vespa mandarinia rispetto agli avvistamenti di un altro esemplare, di origine asiatica, la Vespa velutino, conosciuta come calabrone asiatico o dalle zampe gialle diffusa al nord Italia e segnalata in Toscana e raramente anche nelle Marche.
Perché sono considerati pericolosi rispetto alle api? «I calabroni europei - spiega al Messaggero l’esperto Andrea Lunerti - hanno un veleno neurotossico che colpisce il sistema nervoso dell’uomo. Coloro che vengono punti hanno in corpo una grande quantità di questa sostanza tossica che può comportare disturbi a livello neurologico».
A Roma, in queste ore un operaio è stato ricoverato in codice rosso presso il Campus Biomedico, a Trigoria, dopo essere stato punto all’orecchio da un calabrone. I sanitari sono riusciti a salvarlo dopo che i parametri vitali erano quasi inesistenti. L’uomo si trova ancora all'interno della struttura sanitaria per ulteriori accertamenti. Lo scorso giugno, nel quartiere Monteverde, è stato rimosso un nido di calabroni orientali - una specie che nella Capitale non era mai stata censita - e scongiurato il pericolo di possibili attacchi. «Questo tipo di insetti non attacca se non c’è un motivo. Peraltro - come è accaduto alle api - a causa delle forti piogge sono in netto ritardo per compiere il loro ciclo vitale».
A cosa bisogna far attenzione? «Bisogna prestare attenzione ai rumori forti e alle vibrazioni perché gli insetti sono sensibili nei confronti del frastuono e vengono messi in allarme. È necessario - sottolinea Lunerti - essere cauti nell’attività del giardinaggio: perché spesso si può accidentalmente rompere il nido con conseguenti attacchi nei confronti dell’uomo.
COSA FARE IN CASO DI ATTACCO? Il Messaggero lo ha chiesto a Maurizio Soave del centro antiveleni del Policlinico Gemelli, a Roma. «Nessuna azione fai da te, ma è opportuno chiamare in ogni caso il centro antiveleno». «Il calabrone è un insetto che può dare molto dolore nel momento della puntura poiché a differenza delle api non rilascia l’aculeo. Le api scappano e muoiono mentre il calabrone può pungere anche più volte. Nell’immediato è sempre opportuno lavare e disinfettare con acqua fresca e poi applicare del ghiaccio ma avvolto in un panno di stoffa. Mai a contatto diretto con la cute. Infine, rivolgersi al centro antiveleno dove, con ogni probabilità. potrà essere consigliata una pomata cortisonica e antistaminica, a secondo della sintomatologia. In alcune circostanze può essere prescritta la terapia antibiotica se la cute è calda e presenta grossi edemi».
Numero centro antiveleno: 063054343
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Luglio 2023, 18:03
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