Morto schiacciato da una lastra di marmo:
Carlo a 61 anni era ancora un precario

Morto schiacciato da una lastra di marmo: Carlo a 61 anni era ancora un precario
È morto da precario, a 61 anni e con il sogno di una vita da lavoratore 'normale', Carlo Morelli, marmista esperto, schiacciato da una lastra di marmo nel piazzale della Co.Se.Luc, un laboratorio per la lavorazione della pietra dura nella zona industriale di Massa. Morelli, carrarese, stava movimentando un carrello carico di lastre di marmo, quando una si è sfilata dalla pila e gli ha schiacciato gambe e torace. I primi soccorsi sono arrivati dai colleghi di lavoro, poi la corsa all'ospedale di Massa dove Morelli è morto poco dopo.

Lascia la moglie Grazia, la figlia Martina e un nipotino, che adorava. La segheria è stata posta sotto sequestro e la procura di Massa Carrara ha aperto un'indagine per omicidio colposo, proprio come aveva fatto venti giorni fa a cava Gioia di Colonnata, dove morirono sommersi da tonnellate di marmo e detriti altri due cavatori, Roberto Ricci Antonioli e Federico Benedetti.

In tutto sono sei i lavoratori del settore del marmo morti nel giro di nove mesi a Massa Carrara. Morelli era un lavoratore interinale, ma gli era stato promesso a breve un contratto a tempo indeterminato. È morto prima di poter vedere realizzato il sogno di una stabilità lavorativa: giusto il tempo di comprare un biglietto per una vacanza da fare questa estate con la sua famiglia e di dire ai colleghi che sognava le ferie, come quelle che fanno i lavoratori normali.

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, parla di una «carneficina», una «situazione insostenibile» e annuncia, a breve, un progetto speciale della Regione per «potenziare i controlli, la prevenzione, la vigilanza e l'assistenza». Anche la Diocesi apuana, senza aver avuto il tempo per piangere gli ultimi morti sul posto di lavoro, utilizzando le parole di Papa Francesco, condanna «il persistere di difficoltà e di possibili inadempienze, che non garantiscono più la sicurezza dei cavatori».

Durissimo il procuratore di Massa Carrara Aldo Giubilaro: «Quello che c'è da fare non va fatto domani, andava fatto ieri. Non c'è più tempo; rinnovo il mio appello alle istituzioni per il potenziamento dei controlli in cava e al piano». Giubilaro, tra l'altro, sarà ascoltato domani mattina dalla commissione d'inchiesta del Senato sugli infortuni sul posto di lavoro: «Abbiamo urgenza di affrontare il tema della sicurezza nella filiera del marmo- afferma la senatrice del Pd Camilla Fabbri, presidente della Commissione-; per questo abbiamo previsto l'audizione del Procuratore Giubilaro, in merito ai profili di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, connessi alle attività estrattive nelle cave».

«Insistere sulla formazione e rivedere le norme sui pensionamenti, perché dopo i 60 anni certi lavori forse sarebbe giusto non doverli fare» dice, invece, Giacomo Bondielli, coordinatore del settore lapideo per la Filca-Cisl Toscana, mentre Paolo Gozzani, segretario della Cgil Massa Carrara, punta il dito sul lavoro interinale: «Morelli era un operaio precario, che non doveva svolgere certe mansioni; certi compiti e responsabilità andrebbero attribuite ai dipendenti fissi, non a chi lavora con la paura di non essere mai abbastanza e di venire sostituito».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Maggio 2016, 20:33
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