Il Papa a Strasburgo: "Accogliere i migranti.
Ideali Ue oscurati dalla burocrazia" -Foto/Video
di Federica Gramegna
Prima di lui, all’interno dell’Assemblea Ue, vi era stato solo Giovanni Paolo II nel 1988. Un appello lampo, quello di Francesco, in una visita di sole quattro ore tra Parlamento e Consiglio d’Europa, divenuto necessario in quanto l’Ue viene percepita come una realtà sempre più distante «dalla sensibilità dei singoli popoli», tanto da poter essere paragonata a una «nonna non più fertile e vivace». I grandi ideali che l’hanno ispirata hanno perso forza attrattiva, «in favore dei tecnicismi burocratici delle sue istituzioni» e l’unica via di salvezza è che essa non ruoti più «intorno all'economia», ma «alla sacralità della persona umana».
Bergoglio ha poi indicato la strada per favorire l’occupazione. «È necessario ridare dignità al lavoro», mediante il connubio tra «flessibilità del mercato» e «certezza delle prospettive lavorative».
Un passaggio su cui si è trovato d’accordo anche Renzi, che ha fatto riferimento al Jobs act. Tra gli applausi più sentiti, quello che è seguito al richiamo del Papa nei confronti dei migranti: «Non si può tollerare che il Meditarraneo diventi un grande cimitero, per l’assenza di un sostegno reciproco all’interno dell'Ue». Il messaggio di Francesco è andato anche ai cristiani e alle minoranze religiose perseguitate nel mondo e, sul volo di ritorno, ai terroristi dell’Is, su cui ha affermato che la porta al dialogo, per lui, è «sempre aperta».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Novembre 2014, 09:41