Brigitte Trogneux, la première dame che ama l'autoironia
di Francesca Pierantozzi
Come se lei non ci avesse mai pensato. Aveva 42 anni e Emmanuel 17 quando lo ha incontrato alla Providence di Amiens, professoressa di francese e responsabile del laboratorio teatrale lei, penultimo anno di liceo lui. Era stata la figlia Laurence, la seconda, a parlargliene: «C'è un matto in classe, sa tutto».
Lui s'iscrive al laboratorio teatrale, (lei non è la sua prof) e montano una pièce insieme. Lui va spesso a casa di lei per lavorare sull'allestimento. Françoise Macron, la mamma, pensa che sia una scusa per incontrare Laurence, o magari Typhaine, la più piccola dei tre figli di Brigitte. E' una scusa, sì. Emmanuel è bravissimo, colto. Lei racconterà: «Non l'ho mai considerata una trasgressione, non l'ho mai visto come uno studente». Ma è sposata, ci sono i figli, appartiene a una delle più note famiglie di Amiens, i Trogneux sono storici cioccolatai: non ci si può nemmeno pensare.
ALLONTANATO DA LEI
Emmanuel invece ci pensa, e con molta più naturalezza. Deve partire a Parigi per finire il liceo, lo mandano al prestigioso Henri IV, lo mandano perché è bravo, ancora di più per allontanarlo da Amiens e dalla professoressa. Lui la saluta: «Non si sbarazzerà di me, qualsiasi cosa lei faccia, io tornerò e la sposerò» (sì, le cronache riportano il lei'). Non poteva andare in altro modo. Lo ha spiegato Brigitte semplicemente ai figli Sébastien oggi è ingegnere, Laurence cardiologa, Tiphaine avvocata e anche coordinatrice di una sezione di En Marche!, tutti legatissimi a lui -: «Se non vado, non avrò vissuto la mia vita».
Allo scrittore Patrick Besson, un amico, ha confessato di mal sopportare tanti commenti su una cosa che quando è in senso contrario il più maturo è lui è considerata normale. «E' un'ingiustizia che può farmi arrabbiare e allora posso anche diventare vendicativa». E Emmanuel? Lei ride: «Ha sposato una rompiscatole con cognizione di causa». La coppia è solida e innamorata. Ha superato senza scosse particolari le voci su una presunta omosessualità di lui.
Lei è in pensione da tempo, è nonna sei volte. E' la sua più stretta collaboratrice. Non ha un ufficio particolare nel quartier generale di campagna, ma va a incontri, organizza, veglia sull'agenda, che non sia troppo isterica («lasciatelo respirare»). Tutti sono d'accordo: è aperta, all'ascolto, non impone mai la sua presenza.
La prof rilegge i discorsi: «Se non capisco io, significa che non si capisce». Macron corregge. In un comizio a Tolone, il 18 febbraio, dopo aver pronunciato la parola tassonomia (probabilmente unico politico nella storia ad aver usato il termine in un comizio), il candidato concede l'inciso per spiegare: «è la disciplina della classificazione». Marc Ferracci, testimone al matrimonio (nel 2007) e oggi membro di En marche!, assicura: «Senza Brigitte, Emmanuel non si sarebbe lanciato nell'avventura presidenziale. La sua presenza per lui è fondamentale». L'altra sera, è con Bib che è salito sul palco per festeggiare la vittoria al primo turno: «Ringrazio Brigitte, senza di lei non sarei io».
L'Eliseo? E' la loro battaglia. Racconta Patrick Besson: «Brigitte è con lui, ma sa che le coppie sopravvivono raramente all'Eliseo (bastano gli ultimi mandati: Cecilia Sarkozy e Valérie Trierweiler ndr) ha conquistato la sua felicità e adesso ha paura di perderla».
Ultimo aggiornamento: Domenica 7 Maggio 2017, 22:48
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