Dacca: Faraaz era musulmano e poteva
salvarsi, ma non ha abbandonato le amiche
di Mario Fabbroni
Un piccolo. grande eroe. Faraaz era uno studente della Emory University, ricco college privato americano. Un collega, Rifat Mursalin, lo ricorda come «pieno di talento e con una propensione per gli altri«, dimostrata attraverso il volontariato in diversi progetti scolastici. La sua compagna di sventura si chiamava Abinta Kabir. Nata a Miami ma di origini bengalesi, era rientrata a Dacca per far visita ai familiari. Faraaz e Abinta erano amici d'infanzia e al college facevano parte del comitato studentesco. La sera del ristorante erano insieme a Tarishi Jain, 18enne studentessa indiana a Berkeley, il cui padre si era trasferito diversi anni prima in Bangladesh per affari. Anche lei è stata protetta da Faraaz fino alla fine, anche se inutilmente.
Il giovane è morto con le sue amiche, dopo essere stato sulla soglia della porta che conduceva alla libertà: quando ha visto le ragazze bloccate perchè non indossavano il velo come le altre donne presenti nel locale dove il commando di morte aveva effettuato il blitz, Faraaz è tornato indietro e ha scelto il sacrifico rispetto ad una vita in compagnia del rimorso. Un musulmano trucidato da altri presunti musulmani, ma Allah proprio non c'entra.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Luglio 2016, 09:19
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