Xi in Francia, promessa a Macron: «Niente armi alla Russia»

La visita a Parigi del presidente cinese: «Mi impegno per una tregua olimpica»

Xi in Francia, promessa a Macron: «Niente armi alla Russia»

di Francesca Pierantozzi

L’accoglienza all’Eliseo diceva già molto ieri mattina: più tensione che cordialità nel sorriso di Emmanuel Macron che va incontro a Xi Jinping. Parigi è la prima tappa del primo tour europeo del presidente cinese dopo la pandemia: due giorni con Macron (ieri affiancato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen), poi le Serbia e l’Ungheria. L’occasione per l’Europa di parlare degli argomenti che bruciano e di evitare che Pechino fessura irresistibilmente al fianco di Mosca, è in questi due giorni francesi, scelti in concomitanza con il 60esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Pechino e Parigi. Da domani Xi sarà a Belgrado, a celebrare un altro anniversario, non proprio in chiave filo-occidentale: 25 anni fa gli aerei americani della Nato bombardavano l’ambasciata cinese. Ultimo scalo prima di tornare a Pechino: la Budapest russofila di Orban.

Se sul commercio i disaccordi con l’Europa ci sono, sulla guerra in Ucraina Macron e von der Leyen hanno incassato qualche dichiarazione più accomodante. In una conferenza congiunta al termine del bilaterale all’Eliseo, (e dopo un’accoglienza in pompa magna agli Invalidi) Macron ha salutato gli impegni cinesi «ad astenersi dal vendere qualsiasi arma» e «qualsiasi aiuto a Mosca». Inoltre, cosa che ha allargato il sorriso sempre tirato del presidente francese, Xi avrebbe espresso «la volontà di chiedere a tutte le parti in causa nei diversi conflitti una tregua olimpica» durante i Giochi di Parigi 2024. «Pensiamo entrambi - ha detto Macron - che questa iniziativa potrebbe essere un’occasione per lavorare a una risoluzione duratura nel pieno rispetto del diritto internazionale». Sull’Ucraina, von der Leyen si è detta fiduciosa del fatto che la Cina possa continuare a tenere a bada le «minacce nucleari russe».

IL PRESSING
La situazione internazionale «richiede più che mai un dialogo euro-cinese» ha martellato Macron.

Sull’Ucraina Xi ha voluto dimostrare di non essere (del tutto) sul fronte opposto agli europei: «Cina, Francia e Europa vogliono tutte un cessate il fuoco rapido e il ritorno della pace», ha detto. Pechino «le tre parti devono insieme creare le condizioni per dei negoziati di pace», il cui tenore non è stato precisato e le cui condizioni saranno discusse probabilmente da Xi anche con Putin, che non dovrebbe tardare a fargli visita a Pechino. I comunicati cinesi insistono sull’«autonomia strategica», ovvero sulla necessità che la posizione europea resti sganciata dalle pressioni americane. I bilaterali all’Eliseo e gli incontri delle delegazioni economiche non sono serviti a tamponare i disaccordi sul commercio, con l’Europa che invoca, per bocca di Macron, regole «eque per tutti». Se necessario a «proteggere la propria economia e la propria sicurezza», l’Ue «non esiterà a prendere decisioni ferme», ha assicurato von der Leyen. Dall’altra parte Pechino critica il “protezionismo” europeo e prepara già un’offensiva antifrancese sulle importazioni di cognac. Non a caso tra i regali ricevuti ieri da Macron figura un flacone di Hennessy XO e una caraffa di “Louis XIII” di Remy Martin. Il pressing di Macron continua oggi nei Pirenei (terra della sua amata nonna) dove, accompagnato da Brigitte, accoglierà Xi e consorte in un contesto più “amichevole” e diplomaticamente più facilmente persuasivo. Così almeno sperano all’Eliseo.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Maggio 2024, 08:58
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