Texas, a 7 anni spara e uccide un uomo con la pistola del nonno: «Non lo conoscevo, non so perché l'ho fatto»

Con l'arma in mano, è entrato nella roulotte di Brandon, che era sdraiato sul divano, addormentato.

Texas, a 7 anni spara e uccide un uomo con la pistola del nonno: «Non lo conoscevo, non so perché l'ho fatto»

di Anna Guaita
Era una bella settimana lunga, per la festa di Martin Luther King, una vacanza federale, e le scuole erano chiuse. Il ragazzino era dunque stato obbligato a far visita al nonno, che viveva in un campeggio di roulotte a circa 80 chilometri a sud est di San Antonio, in Texas. A sette anni, aveva poco da fare, ma grazie al clima mite di quella settimana, si è messo a girellare fra le case prefabbricate, i camper, le roulotte. E ha studiato da lontano un nuovo residente, arrivato da appena due giorni, il 32enne Brandon O'Quinn Rasberry.

IL RAPTUS

Cosa sia scattato nel suo giovane cervello è un mistero che forse non saremo mai in grado di spiegare. Fra lui e Brandon non è successo nulla, i due non si sono parlati, il bambino neanche ne conosceva il nome. Eppure, con una freddezza efficiente da killer consumato, ha deciso di ucciderlo. Si è servito della pistola calibro 9 che tiene nel cassettino portaoggetti sul cruscotto della sua roulotte. L'ha poi descritta come una pistola «sporca, di colore verde militare». Con l'arma in mano, è entrato nella roulotte di Brandon, che era sdraiato sul divano, addormentato. Senza far rumore, ha puntato la canna alla testa dell'uomo, e ha sparato.

LE INDAGINI

Dalle analisi del medico legale, l'uomo è morto sul colpo. Quasi a voler sigillare il proprio atto, o a voler avvertire ancora una volta la vibrazione dello sparo, il bambino ha poggiato la bocca della pistola sul materasso e ha tirato di nuovo il grilletto. Poi è uscito, è tornato alla roulotte del nonno, e ha rimesso la pistola al suo posto. Il corpo della sua vittima venne scoperto due giorni dopo, in seguito a una visita del datore di lavoro che non si spiegava la sua assenza e il suo silenzio. La polizia ha indagato in lungo e in largo, e ha detto di aver «seguito tutte le possibili piste». Ma dopo pochi mesi ha dovuto archiviare l'omicidio come «irrisolto». È stato pochi giorni fa che il caso è tornato alla luce.

LA CONFESSIONE

È successo che il bambino, che oramai ha dieci anni, si è messo a litigare con un compagno di scuola scuolabus, e nella furia del litigio ha minacciato di ucciderlo come aveva «già fatto con un'altra persona». Il ragazzino è stato subito interrogato dagli insegnanti della Nixon-Smiley Independent School. E lui ha semplicemente raccontato l'uccisione di Brandon. A quel punto è stata chiamata la polizia e il bambino è stato portato in un centro accoglienza per l'infanzia problematica, tenuto sotto osservazione psichiatrica. Gli interrogatori hanno confermato che la pistola, rintracciata in un monte pegni dove il nonno l'aveva venduta, era la stessa, e i proiettili combaciavano con quelli trovati nella roulotte. Più volte gli investigatori hanno chiesto al bambino se Brandon gli avesse fatto qualcosa che lo aveva fatto arrabbiare. Ma lui ha ribadito che non si erano neanche parlati. Il baby-killer non sarà incriminato per l'omicidio, perché in Texas non si è responsabile di azioni violente sotto i dieci anni, ma sarà incriminato per l'aggressione al suo compagno e le minacce violente proferite contro di lui, azioni compiute a dieci anni.

LE REAZIONI

Parole di comprensione sono venute dal padre di Brandon, Kenneth Lee Rasberry, rimasto scioccato nello scoprire l'età del killer del figlio: «Non è il tipo di sospetto che mi aspettavo», ha detto Kenneth in una intervista a una stazione televisiva texana. «È un ragazzino. Ha bisogno di essere assistito. Io l'ho perdonato. E spero che possa essere salvato. Dobbiamo pregare per lui. Così giovane. Chissà che tormento ha nel cuore». L'omicidio ha naturalmente scosso le coscienze, data l'età del killer, ma ha anche rinnovato le polemiche per la negligenza che spesso i genitori americani tradiscono nel gestire le loro armi. Appena un anno fa, in Virginia, un bambino ancora più piccolo, di soli 6 anni, ha preso la pistola che la mamma teneva incustodita in casa, l'ha portata a scuola e ha ferito gravemente l'insegnante con cui il giorno prima aveva ha avuto un alterco. Miracolosamente la donna non è morta, ma rimarrà in parte disabile per tutta la vita. La legge questa volta è stata severa, con la madre, condannata a due anni di prigione per "reato di mancanza di cura di minore".
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Aprile 2024, 06:21
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