Il fast fashion sembra economico ma costa ai consumatori più di quanto pensino. A certificarlo è una ricerca di Vestiaire Collective, la più grande piattaforma di lusso di seconda mano al mondo. Si tratta del primo studio di questo tipo su fast fashion e abitudini dei consumatori dell'usato, condotto sugli utenti della piattaforma, e pubblicato in un rapporto in inglese consultabile qui.
Cosa ha scoperto lo studio
In base al numero di capi indossati in media, nel lungo periodo gli indumenti fast fashion finiscono per essere più costosi per ogni volta che sono indossati rispetto a pezzi simili acquistati anche da griffe. Questi ultimi sono indossati otto volte di più rispetto a quelli delle grandi catene.
In realtà la scoperta, non è una novità. È un principio economico di base il fatto che i prodotti a buon mercato siano, nel lungo periodo, più costosi dei beni durevoli. Il fast fashion ha distorto la percezione dei consumatori su quale sia il prezzo giusto per un bene di qualità. I prezzi artificialmente bassi sono dovuti al fatto che le persone alla base della filiera, spesso in Paesi a basso e medio reddito, non sono pagate o vengono retribuite con una cifra irrisoria.
Il valore della durabilità emotiva
Lo studio di Vestiaire Collective ha rilevato diversi fattori difficili da quantificare, come la durabilità emotiva di un capo, ovvero il modo in cui l'indumento assorbe i nostri ricordi aumentandone il valore personale per il cliente. La ricerca ha scoperto che gli acquirenti di Vestiaire tendono a conservare i propri acquisti per circa un anno e mezzo in più rispetto a quelli di fast fashion, riducendo gli sprechi.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Aprile 2024, 20:24
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