Un calvario durato tre anni, culminato con un sequestro durato tre giorni: rinchiusa in casa senza mangiare, picchiata e violentata. La vittima è una giovane donna romana che dal 2016 al 2019 ha subito le violenze da parte di quello che era il suo fidanzato, Marco V., figlio di un ex dirigente di Palazzo Chigi, e che è ora stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione.
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Un incubo e la paura di denunciare
Gli inquirenti, come riporta il Messaggero, hanno ricostruito una lunga serie di violenze, fisiche e psicologiche. Il cellulare distrutto per impedirle di comunicare, i vestiti e le scarpe tagliati davanti ai suoi occhi di modo che non potesse uscire di casa, il sonno disturbato soprattutto in corrispondenza delle notti precedenti al giorno di una data d'esame all'università. «Ero intrappolata in una relazione tossica - ha raccontato la giovane - ora mi sento rinata. Avevo paura, anche perché lui viene da una famiglia con molte disponibilità».
Le imputazioni
Nelle imputazioni si parla di «vessazioni fisiche e psicologiche mortificanti», mentre il responsabile è descritto con un «contegno violento, dispotico e irriguardoso, in contrasto con la dignità umana».
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La difesa
Diversa la versione ricostruita dalla difesa. L’avvocato Elisabetta Busuito, che insieme alla collega Beissan Al Qaryouti assiste l’imputato, ha dichiarato: «Nella requisitoria non c’è stato nessun serio confronto con tutti gli elementi di prova emersi nel dibattimento. Abbiamo depositato diversi messaggi scambiati tra i due e un verbale di polizia in cui si parlava di una lite tra fidanzati, escludendo atteggiamenti violenti».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Febbraio 2023, 12:03
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