Giovanni Allevi parla del nuovo disco Hope: «Per l'album di Natale ho cercato l'incanto che è in noi»

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di Claudio Fabretti
«Con Hope voglio regalare un po’ di speranza in questi tempi difficili. Per riscoprire l’incanto infinito che è fuori e dentro di noi». Giovanni Allevi si rilancia in versione natalizia. Dispensando fiducia e buon umore. Il tutto condensato nei 14 brani del nuovo album, che sarà presentato in una serie di concerti (1° dicembre a Milano, Teatro Dal Verme; 5 gennaio 2020 a Roma, Auditorium Conciliazione).
 
 


La novità sono le parti cantate?
«Sì, ci sarà sempre al centro il mio amato pianoforte Bosendorfer Imperial, accompagnato dall’orchestra sinfonica italiana, ma protagonista dell’album sarà il coro polifonico dell’opera di Parma, insieme a due angeliche voci bianche dei Pueri Cantores dell’Accademia musicale del duomo di Milano».

Come ha scelto i brani?
«È un album dedicato al Natale, quindi c’è un medley di classici (Christmas Time), più una serie di belle melodie natalizie riarrangiate per pianoforte e orchestra sinfonica. Poi ci saranno composizioni inedite per coro e orchestra e tanti altri brani a sfondo natalizio».

Come si avvicina all’idea di spiritualità in musica?
«Dopo aver scandagliato l’animo umano in tutte le sue sfaccettature, rivolgo per la prima volta lo sguardo verso l’alto: posso definirlo un album di musica sacra. Il mio intento è trasportare l’ascoltatore in un’esperienza mistica, lasciare nel cuore questa sensazione entusiasmante di fiducia nel mondo».

I dischi natalizi li hanno fatti un po’ tutti. Cos’è che non le piace, in genere, in questo tipo di operazioni?
«Nulla. Ogni artista deve essere libero di esprimere il proprio pensiero e la propria musica. Ma il nostro è unico nel suo genere».

Com’è andato il suo libro, “L’equilibrio della lucertola”?
«Sono molto soddisfatto dell’accoglienza che ha avuto. Alla stazione Termini c’erano duemila persone a sentirmi. La scrittura è un fatto intimo, così mi stupisce ogni volta vedere questa condivisione, di cui sono grato al pubblico».

Ne scriverà altri?
«Per ora no. Ma ho delle idee che mi frullano in testa...».

E altri inni, tipo quello del campionato di calcio, “O Generosa!”?
«No, basta così (ride). Ma O Generosa! piace moltissimo, anche in Oriente. Attraverso queste note i giapponesi riescono a esprimere una vivacità che nella loro cultura forse non è consentito loro esprimere. È il brano che apre Hope ed è la prima volta che viene pubblicato su disco. È il calcio d’inizio dell’album, insomma».

E i musicisti pop di oggi? Le piacciono?
«Tipo la trap? La rispetto, la studio, ma io voglio esprimere un messaggio diverso, rispetto al nichilismo e alla desolazione delle canzoni dei trapper».
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INSTORE TOUR - FELTRINELLI MILANO
E se l’“HOPE Christmas Tour” sta per iniziare - undici date nella Penisola - il tour nelle librerie per presentare il nuovo disco ai fan sta per concludersi. Il penultimo appuntamento si svolgerà proprio a Milano, il 26 novembre alle 18,30 (l’ultimo, mercoledì 27 novembre a Napoli). «L’album rappresenta un segnale di rinnovamento e speranza, ed un importante momento di condivisione di gioia e unione».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Novembre 2019, 09:25
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