Sono dodici i punti per arginare la mala movida. E gli esercenti che si impegnano a rispettarli riceverebbero in cambio incentivi e premi, come, per esempio, uno sconto sulla Cosap - la tassa per l’occupazione del suolo - o un finanziamento per ammodernare le attività commerciali. «La movida è un fenomeno che non deve e non può essere eliminato, ma è impossibile da governare - spiega Arrigoni - quindi, l’unico modo è trovare un’intesa richiamando i negozianti al senso di responsabilità». Proprio in Zona 1 ci sono i maggiori punti di ritrovo del popolo della notte, dalla Darsena alle Colonne di San Lorenzo, dall’Arco della Pace a Largo La Foppa a corso Garibaldi. Senza trascurare i focolai di movida sparsi qua è là per l’apertura di nuove discoteche. E con l’arrivo della bella stazione si riaccende il divertimento smodato e piovono esposti e lettere di protesta degli abitanti. Da qui, la necessità di un protocollo per una vita notturna più responsabile, perché da tempo non ci sono più le ordinanze anti-caos.
Fra i punti snocciolati nel documento c’è l’invito a chiudere pub e bar alle due, all’una i tavolini all’aperto; di pulire gli spazi durante l’orario di apertura per evitare rumori fastidiosi dopo la chiusura; di arruolare steward e unità di strada, muniti di etilometro, che assistano i clienti ubriachi, chiamando la polizia se necessario; di dotarsi di strumenti anti-rumore come gli appositi ombrelloni che nei dehors “assorbono” il suono.
Il “patto della movida” sarà presentato questa settimana ai commercianti delle vie interessate e ai comitati dei residenti. Poi, approderà in Consiglio di Zona 1 e successivamente sul tavolo del sindaco.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Maggio 2018, 06:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA