Divise per un giorno negli armadi e su i bavagli a coprire le bocche: perché tanto, dicono, nessuno li ascolta. Ieri mattina centocinquanta poliziotti hanno portato in piazza Scala, davanti a Palazzo Marino, la protesta che da giorni serpeggia negli uffici della questura e nei commissariati contro l’Area B. In piazza, con fischietti, bandiere e striscioni, si sono date appuntamento tutte le sigle dei sindacati di polizia: Siulp, Sap, Siap, Fsp Polizia di Stato, Coisp e Silp Cgil.
Le restrizioni entrate in vigore il primo ottobre, dicono, penalizzano i turnisti del pronto intervento che entrano ed escono dalla divisa coprendo l’arco delle 24 ore: operatori che si muovono in orari che non sono neppure serviti da mezzi pubblici ma che non hanno l’auto privata in regola per entrare in Area B e C. «Riteniamo la misura assurda, classista e che non risolve alcun problema. Così si mette a rischio la sicurezza di Milano», ha spiegato il segretario generale del sindacato di polizia Usip, Daniele Ossemato. Gli agenti in piazza la spiegano così: «Se sono impegnato in un inseguimento a mezzanotte, che faccio, dico al criminale che riprendiamo il giorno dopo perché mi parte l’ultimo autobus?».
La richiesta dei sindacati al Comune è quella di una deroga di almeno un anno. Spiega Pietro Randazzo, segretario provinciale del Silp Cgil di Milano: «I turnisti hanno delle deroghe soltanto per l’accesso all’Area B, ma queste deroghe non valgono per accedere in Area C e tanti servizi iniziano proprio in Area C, molti partono dalla Caserma Garibaldi che si trova in piazza Sant’Ambrogio, quindi in pieno centro». Nel pomeriggio una delegazione di agenti è stata ricevuta a Palazzo Marino dall’assessora comunale alla Mobilità, Arianna Censi. Che ha assicurato la disponibilità del Comune a trovare una soluzione.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Ottobre 2022, 06:00
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