Stallo del motore. È l'ipotesi al vaglio della magistratura come causa dell'incidente aereo di domenica a San Donato Milanese, in cui sono morte otto persone: la famiglia Petrescu (Dan, Regina e il figlio Stefan), la coppia Nascimbene (Filippo, Claire, il piccolo Raphael e la madre di lei) e un amico dei Petrescu. L'inchiesta per disastro colposo è coordinata dai pm Mauro Clerici e Paolo Filippini con il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano.
Ieri i pm sono tornati a San Donato dove si è schiantato il monomotore pilotato dal magnate romeno e disposto una serie di acquisizioni: la scatola nera, il piano di manutenzione annuale, le registrazioni delle comunicazioni con la sala radar. Sembra che a un certo punto Petrescu abbia comunicato il cambio di rotta senza riuscire a dare spiegazioni del motivo. Infatti, circa tre minuti dopo il decollo da Linate (è avvenuto alle 13.04), l'aereo, diretto a Olbia ha cominciato a virare verso destra e non, come avrebbe dovuto, a sud, verso Piacenza. La sala radar, accortasi dell'anomalia, ha contattato immediatamente il Pilatus: Dan Petrescu ha risposto spiegando che stava effettuando una «deviazione», pare abbia detto qualcosa come «little deviation», e successivamente ha chiesto anche quello che in gergo tecnico si chiama un «vettore», ossia spazio e coordinate probabilmente per rientrare all'aeroporto, ma senza segnalare emergenze per avaria, maltempo o incendio.
Subito dagli uomini radar è arrivata la rotta in risposta: «prua 130».
Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Ottobre 2021, 16:13
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