Supercella, la tempesta che sembra l'apocalisse e che ha devastato il Nord Italia: «Venti a 100 km/h e grandine record». Le zone a rischio

Il fenomeno arriva in Italia. È stato scoperto da due scienziati canadesi nel secondo dopoguerra

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di Redazione web

Il Nord Italia devastato dai temporali e dalle trombe d'aria estive. Il fenomeno climatico che sta spaventando milioni di italiani si chiama supercella. Si tratta di una gigantesca cupola di nubi scure, che scarica venti fortissimi (fino a 100 km/h) e grandinate record, con palle di ghiaccio grosse come arance. Una novità per l'Italia. Il fenomeno, infatti, è stato per decenni frequente ad altre latitudini. Hanno imparato a farci i conti gli Stati Uniti e la Russia. Con il cambiamento climatico, l'evento si è spostato anche più a Sud. L'hanno scoperta subito dopo la seconda guerra mondiale Horace R. Byers e Roscoe R. Brahams, due scienziati canadesi.

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Come nasce la supercella

La supercella che si è abbattuta su Milano, ha scatenato un nubifragio di mezz'ora, che ha svegliato la città nel cuore della notte. Vincenzo Levizzani, esperto dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera del Cnr di Bologna, ha spiegato al Corriere della Sera come si sviluppa: «Ciò che la caratterizza è un cuore rotante sul proprio asse che si forma intorno a una bassa pressione molto piccola rispetto a quelle dei cicloni atlantici.

Si tratta di una bassa pressione alla mesoscala di qualche centinaio di metri fino a 1-2 chilometri di diametro. La cella ruota in maniera ciclonica con un moto antiorario».

Capire che si tratta di una supercella, quando il fenomeno si sta sviluppando, non è facile. «Servono dati in tempo reale da un radar. E non un radar qualunque, ma un doppler che mi dia il campo di vento in maniera da farmi vedere che al centro si sta formando questo meso-ciclone», dice ancora l'esperto. Dalle supercelle nascono tornado, capaci di sviluppare devastazioni come quelle a cui abbiamo assistito. 

 

Quali sono le zone più a rischio

Sono quelle di pianura, dove persiste un alto tasso di umidità, e  non necessariamente in prossimità di contrafforti: sono incluse quindi le zone costiere e altopiani di quota non elevata.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 27 Luglio 2023, 17:11
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