Dalla sanità alle privatizzazioni, il question time alla Camera è stato teatro di un duro confronto fra Giorgia Meloni e i leader delle opposizioni. La premier si è difesa a muso duro e ha difeso l'azione del governo, costretto «a fare i conti con la pessima eredità lasciata dal governo precedente. La stagione dei soldi gettati al vento per pagare le campagne elettorali - ha tuonato - è finita».
SANITÀ. Meloni respinge le accuse di inerzia sul tema sanità e risponde con sarcasmo agli attacchi della segretaria del Pd Elly Schlein: «Il tetto alla spesa del personale sanitario fu introdotto nel 2009. È un'implicita attestazione di stima che chiedete a noi di risolvere i problemi che non avete risolto in dieci anni di governo».
SUD. «Vedo tante bizzarre ricostruzioni strumentali, fra queste anche una secondo la quale questo governo avrebbe tradito il Sud. Fortunatamente i fatti e i numeri sono sempre più forti delle polemiche». Così la premier ha respinto le accuse delle opposizioni, ricordando «gli sforzi fatti in particolare sulla politica di coesione, che è lo strumento principe per ridurre le disparità fra i territori, con risorse che vanno per l'80% al Sud e per il rimanente 20% al Centro-Nord».
PRIVATIZZAZIONI. La premier ha spiegato che il governo sta lavorando a un piano di razionalizzazione delle partecipazioni dello Stato dalle quali sono attesi proventi pari a circa 20 miliardi in tre anni. «Vogliamo ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria e affermarla negli asset strategici.
STELLANTIS. Meloni ha risposto alle polemiche nate dalle critiche governative verso il gruppo Fiat. «È un patrimonio economico che merita la massima attenzione, e questo significa anche avere il coraggio di criticare alcune scelte del management e del gruppo quando sono state distanti dall'interesse italiano. Penso allo spostamento della sede legale e fiscale fuori dall'Italia o alla fusione che celava un'acquisizione francese dello storico gruppo italiano: tanto che oggi nel cda di Fca siede un membro del governo francese». ««Vogliamo tornare a produrre un milione di veicoli l'anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana – ha aggiunto la premier - se si vuole vendere auto sul mercato internazionale pubblicizzandola come gioiello italiano allora quell'auto deve essere prodotta in Italia».
MEDIO ORIENTE. Meloni esorta a «lavorare ad una tregua» e si schiera per la soluzione «due popoli, due Stati». «È giusta e necessaria nell'interesse dei palestinesi e degli israeliani. Non condivido il no di Netanyahu».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Gennaio 2024, 06:00
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