Uccide il papà violento, Makka non andrà in carcere. La mamma: «Senza di lei sarei morta». La 18enne: «Non volevo ucciderlo»

A morire, venerdì pomeriggio Akhyad Sulaev, 50 anni, operaio nel settore dell'edilizia, colpito a coltellate dalla figlia Makka, che compirà 19 anni ad agosto

Uccide il papà violento, Makka non andrà in carcere. La mamma: «Senza di lei sarei morta»

di Redazione web

Makka non andrà in carcere. Il gip non ha convalidato il provvedimento di fermo della giovane, accusata di avere ucciso il padre al culmine di una lite a Nizza Monferrato (Asti), per ritenuta insussistenza del pericolo di fuga e ha applicato contestualmente la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nella comunità dove si trova attualmente. La ragazza, che compirà 19 anni ad agosto, è indagata per omicidio volontario aggravato del padre, Akhyad Sulaev, 50 anni, operaio nel settore dell'edilizia, colpito a coltellate. 

Makka, la 19enne che ha ucciso il padre a coltellate: «In casa ci picchiava a colpi di karate. Ero stanca delle sue violenze»

La mamma: senza di lei sarei morta

La mamma di Makka e moglie della vittima, è sicura: «Se non ci fosse stata mia figlia mio marito mi avrebbe uccisa». La famiglia era arrivata dalla Cecenia qualche anno fa e, secondo quanto finora emerso, la figlia avrebbe difeso la madre dai maltrattamenti dell'uomo, subiti negli anni da entrambe. 

Le due donne non avevano mai denunciato nessuna violenza ne avevano mai chiesto aiuto per quei lividi che la giovane ha raccontato di avere «in zone nascoste perché papà sapeva dove colpirci».

Makka: le aveva scritto "ti ammazzo"

Interrogata dopo l'arresto, Makka ha dato la sua versione: «Venerdì papà si è licenziato.

Per l'ennesima volta aveva perso il lavoro da muratore e dopo si era diretto al ristorante dove mamma lavora come lavapiatti e io come cameriera nei weekend. A mia mamma ha chiesto di licenziarsi, lei gli ha detto di no e gli ha chiesto come avremmo fatto altrimenti con i soldi. Per questo è scoppiata la prima lite, mamma lo ha anche allontanato dal ristorante ma arrivato a casa ha ricominciato. Le aveva mandato anche un messaggio sul cellulare, diceva che quando sarebbe tornata a casa l'avrebbe uccisa».

Secondo quanto raccontato dalla ragazza, le violenze perpetrate dal padre «non erano una novità». «Ci ha sempre picchiate – ha spiegato -. In Cecenia, quando ero piccola, era ancora peggio. Lui praticava arti marziali, conosceva la boxe e il karate. Se la prendeva soprattutto con me e mia madre, con i miei fratelli alzava le mani solo se intervenivano nelle discussioni».

«Dopo essere rincasato, intorno alle 18, ha picchiato mia madre e poi si è scagliato su di me quando ho cercato di difenderla – ha spiegato la ragazza -. Io volevo dividerli, lui invece se l'è presa con me. Mi ha inseguita fino alla mia stanza e mi ha presa a pugni. Mamma si è rimessa tra noi e io ho preso un coltello per difendermi. L'ho colpito lasciandolo a terra, ma non volevo ucciderlo. Ho chiamato i carabinieri e li ho attesi».


Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Marzo 2024, 19:43
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