A un passo dalla zona gialla, un colore che spaventa soprattutto a ridosso del Natale. Quasi sicuramente il Friuli-Venezia Giulia ci finirà dentro già lunedì prossimo, il Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano quello successivo. E a forte rischio ci sono anche la Liguria e la Valle d’Aosta.
Un declassamento causato dall’aumento dei contagi e dei ricoveri che porterà a un nuovo Natale con la mascherina anche all’aperto e a un massimo di quattro persone nei ristoranti, proprio nei giorni dei cenoni. E un’ulteriore scivolata in arancione - se i numeri della pandemia continueranno a salire - non è nemmeno da escludere: sarebbe un cataclisma economico. Bolzano ci è già vicina: significherebbe la chiusura degli impianti da sci, per il secondo anno consecutivo. Per questo si sta rafforzando un fronte trasversale - di governatori e amministratori locali - che preme sul governo affinché si valuti il “lockdown all’austriaca”: restrizioni imposte solo ai non vaccinati. A Vienna i no vax possono uscire di casa solo per andare al lavoro e fare la spesa. Lo stesso fanno alcuni Länder tedeschi.
Ora i governatori delle regioni più a rischio si chiedono se non sia il caso di valutare un’opzione simile.
La partita è ancora tutta da giocare, anche perché l’Italia non ha i drammatici numeri dell’Austria. Anche in seno al governo per ora c’è un fronte contrario a nuove strette: Salvini e Conte in testa. Dall’opposizione Giorgia Meloni osserva: «Siamo la nazione che ha usato il green pass in modo più energico: mi sarei aspettata che a fronte di quella scelta non si sarebbe parlato di nuove restrizioni. Qualcosa non ha evidentemente funzionato».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Novembre 2021, 08:48
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