Femminicidio a Sorrento, dolore ai funerali di Anna Scala

I familiari della donna: facciamo fatica a immaginare il dolore che ha sofferto

Femminicidio a Sorrento, dolore ai funerali di Anna Scala

di Dario Sautto

È arrivato intorno alle 15 nella chiesa di San Renato a Moiano, Vico Equense, il feretro di Anna Scala, la 56enne accoltellata a morte dal suo ex compagno 54enne Salvatore Ferraiuolo, arrestato poche ore dopo i fatti.

Il femminicidio è avvenuto tre giorni fa a Piano di Sorrento, in un garage privato. Il corpo della vittima fu ritrovato all'interno del bagagliaio della sua Citroen C3 bianca. Anche se aveva paura, Anna non aveva mai smesso di lavorare. 

Alle 16 sono iniziate le esequie di Anna Scala. I familiari hanno chiesto stretto riserbo e sono chiusi nel loro profondo dolore.

In chiesa, accanto ai familiari e al primo cittadino di Vico Equense Peppe Aiello, presenti tutti i sindaci della Penisola Sorrentina, a cominciare da Salvatore Cappiello, Piano di Sorrento, luogo della tragedia. La funzione è stata officiata dal parroco don Maurizio Esposito, assieme a tutti i parroci di Vico Equense e Piano di Sorrento.

«Siamo smarriti, perduti nel nostro dolore e di quello di tutta la comunità. Quando un episodio del genere accade così vicino a noi, ci colpisce ancora di più. Facciamo una preghiera per tutte le vittime innocenti: non possiamo rimanere indifferenti». «Facciamo fatica ad immaginare il dolore che ha sofferto Anna - ha detto il celebrante nel corso della sua omelia - è inaccettabile e inspiegabile. Bisogna essere solidali con le vittime, anche se oggi siamo un po' tutti vittime. Dobbiamo riguardare il nostro modo di vivere, i nostri comportamenti. Ogni litigio riguarda tutti. E dobbiamo dire basta, pregare affinché ciò che è accaduto non accada più».

 

Don Maurizio ha poi aggiunto: «Dobbiamo avere coraggio di soccorrere e chiedere aiuto, ma anche saper essere più attenti alla solidarietà. Tante donne si sentono sbagliate, non hanno il coraggio di chiedere aiuto. Ma non possono rimanere sole e noi dobbiamo essere più attenti e meno indifferenti».

Infine, il sacerdote ha sottolineato che «spesso anche uno schiaffo, una minaccia o una parola sono dei segnali. Non bisogna avere superficialità e dobbiamo essere più attenti ai gesti. La nostra è una preghiera, un grido per le vittime innocenti. La violenza equivale a morte e non ha mai senso».

Un lungo applauso ha accompagnato il feretro all'uscita della chiesa di San Renato, gremita di familiari, amici e conoscenti.

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«I segnali precursori c'erano tutti, che fosse in pericolo era ormai chiaro e nonostante ciò nulla è stato fatto per impedire a quell'uomo che la uccidesse»: è invece il commento di Giovanni De Gennaro, legale della famiglia di Anna. «Una misura cautelare, anche solo un braccialetto, avrebbe evitato questa tragedia» ha detto il legale. L'avvocato De Gennaro è anche legato da vincoli di parentela con la famiglia della donna e il suo sfogo è ancora più sentito. «Le minacce - dice il legale mentre si sta recando ai funerali - l'hanno spinta a ritirare le denunce, ma quando questo avviene l'attenzione degli inquirenti si deve acuire. È proprio quello il momento che deve spingere chi indaga ad interrogarsi sulle reali ragioni di quella scelta». «Anna - continua De Gennaro - negli ultimi tempi aveva deciso di vivere la sua vita normalmente, nonostante i consigli dei fratelli, che le chiedevano maggiori cautele. Ovviamente evitava i luoghi isolati ma non è bastato». Secondo il legale «c'è qualcosa da fare, da rettificare nella gestione del cosiddetto 'codice rossò: vanno potenziate le sezioni delle Procure che si occupano di questa vera e propria emergenza nazionale e, soprattutto, deve essere data maggiore discrezionalità a chi indaga, a chi è sul territorio, a chi conosce le persone coinvolte: una misura cautelare, anche solo un braccialetto - ripete - avrebbe evitato questa tragedia».


Ultimo aggiornamento: Sabato 19 Agosto 2023, 19:35
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