"L'ho decapitata", l'indagato confessa l'omicidio di Marilena, la promoter uccisa nel Varesotto
I Ris di Parma domani entreranno nella sua abitazione dove fino allo scorso 11 settembre, giorno in cui è stato fermato, il 65enne viveva con la moglie Alba. Nel suo garage sono state trovate tracce ematiche, che lui ha spiegato essere «sangue del cane con le pustole che si gratta», ma che i carabinieri della scientifica analizzeranno approfonditamente. Clericò aveva dichiarato che le tracce di sangue rilevate sui suoi jeans, trovati in lavanderia dai carabinieri di Busto Arsizio e Varese, erano di conigli che lui era solito macellare, sempre nel suo appezzamento di terra.
In un interrogatorio reso nella serata di ieri al pm Rosaria Stagnaro e ai militari, in carcere a Busto Arsizio, ha raccontato agli inquirenti di aver ucciso Marilena Re da solo, utilizzando alcuni utensili in corso di individuazione (roncole, seghe e attrezzi da giardino) e con gli stessi avrebbe poi decapitato la vittima. Non ha tuttavia chiarito per ora il movente dell'omicidio ed il motivo per cui la donna lo avrebbe seguito sulla propria autovettura la mattina del 30 luglio scorso, sebbene il fatto di aver speso i soldi (90 mila euro derivanti da una vendita di un immobile) che Marilena Rosa Re gli aveva affidato, è per l'accusa la spiegazione più attendibile.
Sulla base delle dichiarazioni dell'indagato gli inquirenti stanno comunque compiendo approfonditi accertamenti anche sul coinvolgimento di eventuali altre persone. Oltre all'abitazione dell'indagato, i Ris eseguiranno accertamenti anche a casa di Marilena Re, a caccia di ulteriori indizi, utili a capire dove la donna sia stata effettivamente uccisa e a comprovare le dichiarazioni del 65enne.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Settembre 2017, 21:03
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