Caro vacanze in Sicilia, gli arancini (e i matrimoni) costano il doppio: hotel +34%. «Ma i prezzi restano bassi»

La Sicilia resta ancora una meta dai prezzi abbordabili per i turisti, ma la situazione sta piano piano cambiando

Caro vacanze in Sicilia, gli arancini (e i matrimoni) costano il doppio: hotel +34%. «Ma i prezzi restano bassi»

di Redazione web

Il caro vacanze è un problema ormai diffuso in tutta Italia: si è ampiamente parlato dei rincari, in Puglia come in Liguria e in Toscana, nonché in Sardegna, ma anche in Sicilia la situazione non è del tutto diversa, come racconta il Corriere della Sera. Dalla cena allo spritz, dall'arancino (o arancina) al pernotto al pranzo di pesce, chi ha scelto l'isola per le ferie estive ha spesso avuto sorprese poco piacevoli al momento di pagare il conto. Nulla di paragonabile alle altre Regioni: la Sicilia resta ancora una meta dai prezzi abbordabili per i turisti, ma la situazione sta piano piano cambiando.

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A partire da Taormina, uno dei luoghi più magici della Sicilia e di recente iper-pubblicizzato negli Usa dopo la fortunata serie tv di Hbo The White Lotus: sposarsi in Comune costa il doppio (da 800 a 1.600 euro nel giro di pochi anni), il parcheggio costa 3 euro all'ora e anche la tassa di soggiorno è stata raddoppiata. «Ho dovuto alzare le tariffe perché ho ereditato un debito di 12 milioni», si è giustificato il sindaco, Cateno De Luca, diventato celebre nel periodo Covid per i suoi sfoghi sui social network.

A differenza di altre zone d'Italia però sono rimasti nella media i rincari per i lidi: per due lettini e un ombrellone, dal 2019 si è saliti da 50 a 60 euro, sempre a Taormina, prezzo che scende a 30 euro nel palermitano e 7 euro a persona nel'agrigentino. Discorso diverso per gli alberghi, che secondo Demoskopika, spiega ancora il Corriere, hanno visto i propri prezzi aumentare del 34%: a Cefalù una settimana di soggiorno per una famiglia di quattro persone può arrivare a costare anche 12mila euro.

Per quanto riguarda i ristoranti, un bel primo con gambero rosso di Mazara, che nel 2019 costava 21 euro, ora è salito a 26 euro, lo spaghetto con le vongole 15 (contro i 10 del passato) e aumenta anche lo street food: l'arancino che costava 2,50 euro appena un anno fa, ora è salito a 4 euro. La colpa? Ovviamente dei rincari delle materie prime, spiega Danilo Li Muli, inventore di Ke Palle: Il riso è cresciuto del 140%, l'olio per friggere del 35%, abbiamo adeguato i prezzi». Raddoppiandoli. Ça va sans dire.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Agosto 2023, 14:44
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