Droga e case occupate, blitz al “Casermone”

Droga e case occupate, blitz al “Casermone”

di Giovanni Del Giaccio

Il questore di Frosinone, Domenico Condello, lo aveva detto all’indomani dell’omicidio di via Aldo Moro: «Gli faremo sentire il fiato sul collo». Da allora, non passa giorno che non ci siano pattuglie ovunque, mentre ieri si è alzato in volo l’elicottero della Polizia di Stato ed è stata la volta di nuovi e approfonditi controlli nelle zone dove la criminalità - locale e non - ha da tempo messo radici. Controlli cosiddetti ad “Alto impatto” si sono svolti ieri al “Casermone” - all’ingresso del capoluogo - in corso Lazio e in quella che viene chiamata “La Torre”, in zona Cavoni.

LE VERIFICHE

Alloggi popolari, zone di spaccio al minuto e non solo, rifugio per delinquenti. Le strade sono state passate al setaccio, mentre dall’alto l’elicottero verificava eventuali fughe. L’attività - che ha coinvolto personale della Questura praticamente con tutte le specialità - ha portato al sequestro di droga, ma anche alla restituzione all’Ater - l’azienda per l’edilizia residenziale pubblica - di alcune abitazioni che erano occupate abusivamente. Al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto la scorsa settimana dal ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, si era puntata molto l’attenzione proprio sulla droga e le occupazioni abusive. Argomenti che sembrano apparentemente “lontani” dall’omicidio avvenuto il 9 marzo di fronte allo “Shake bar”, ma che invece sono direttamente collegati in particolare per quanto riguarda il traffico di stupefacenti.

Già le verifiche dei giorni successivi al delitto, proprio al “Caermone”, avevano portato a sequestrate oltre un chilogrammo di droga. È intorno al mercato degli stupefacenti che si è consumato il delitto, di questo gli investigatori sono convinti. E le case? Qui ci sarebbe, addirittura, una specie di “mercato” parallelo legato alle occupazioni abusive o all’utilizzo come base di spaccio o deposito. Gli appartamenti trovati vuoti o risultati privi di assegnatario sono statimurati per consentire all’Ater di poterli riassegnare.

GLI SVILUPPI

Ma durante il comitato sono stati molti altri i punti toccati e in qualche modo “secretati” perché particolarmente sensibili. Sono quelli legati ai legami tra criminalità albanese e rapporti con la ‘ndrangheta che sarebbero sempre più stretti. Su questo, però, il riserbo resta massimo da parte degli investigatori. Nel frattempo, comunque, il «fiato sul collo» agli spacciatori ma anche a chi aggira le regole del vivere civile c’è stato e continuerà ad esserci. Nei giorni scorsi, ad esempio, c’è stato uno schieramento di forze alla stazione ferroviaria e i controlli nei punti “caldi” della città proseguono quotidianamente. Senza contare che l’omicidio dello “Shake” è una ferita ancora aperta e l’ipotesi di una vendetta tra gruppi di albanesi viene presa in seria considerazione. Anche per questo l’attenzione è massima.


Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Aprile 2024, 09:45
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