Ostaggi, irruzione in Parlamento
I familiari: «Netanyahu vattene»

Il premier rilancia: «Abbiamo un piano». Accuse anche dalla Ue: «Vuole uccidere tutti i palestinesi?»

Ostaggi, irruzione in Parlamento I familiari: «Netanyahu vattene»

di Giammarco Oberto

Dopo 108 giorni senza notizie dei loro cari - i 136 ancora nelle mani di Hamas nelle viscere di Gaza - la rabbia dei familiari degli ostaggi ha rotto gli argini. A decine ieri a Gerusalemme hanno assediato la Knesset, la sede del Parlamento israeliano, per chiedere le dimissioni di Netanyahu - che ritengono il responsabile del naufragio dei negoziati per riportare a casa i rapiti - e nuove elezioni subito.

Un gruppo di manifestanti è riuscito a superare i cordoni di sicurezza e irrompere nell’aula della commissione finanze della Knesset. «Non vi siederete qui mentre loro stanno morendo là» hanno urlato. Il gruppo fa parte dei manifestanti che da domenica sera si sono accampati con le tende sotto la residenza a Gerusalemme di Netanyahu, del quale chiedono con forza le dimissioni. Il manipolo è stata allontanato dall’aula della commissione, che tuttavia ha sospeso i suoi lavori.

L’irruzione alla Knesset dà la misura del clima di un Paese fratturato tra la necessità di sicurezza e la mancanza di fiducia in una classe dirigente che non ha saputo prevedere l’attacco del 7 ottobre. Secondo i sondaggi, se ci fossero oggi le elezioni vincerebbe a mani basse il partito Unità nazionale di Benny Gantz, con 39 seggi alla Knesset, mentre il Likud di Netanyahu scenderebbe a 16.

Per ora però Bibi resta saldamente in sella: ieri pomeriggio la Knesset ha bocciato la mozione di sfiducia presentata contro di lui dal partito laburista. Netanyahu non molla, e anzi rilancia, anche sul tema rapiti: «Abbiamo una proposta sugli ostaggi, ma per ora non posso dire altro». Di certo la sua campagna sanguinaria nella Striscia e il suo fermo rifiuto della proposta dei due Stati lo sta isolando sempre più a livello internazionale. Il cambio di clima è stato evidente al Consiglio degli Affari Esteri della Ue, a Bruxelles. Anticipato dagli strali lanciati dall’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrel: «È inaccettabile il rifiuto della soluzione a due Stati. Qual è la controproposta di Tel Aviv? Cacciare la gente da Gaza? Ucciderli tutti? Israele sta suscitando odio per generazioni» ha accusato. E i ministri degli Esteri dell'Ue - tutti tranne l'ungherese - hanno detto chiaramente al collega Israel Katz, arrivato a Bruxelles anche lui (come già a Davos il presidente Herzog) con la foto di Kfir, il bambino di un anno ostaggio di Hamas, che per uscire dalla spirale di violenza serve marciare verso la soluzione dei due Stati.

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Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Gennaio 2024, 06:00
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